Tre campionati jugoslavi, due coppe di Jugoslavia, una promozione in A2 italiana e due promozioni in serie A1, un campionato italiano e una Coppa Italia, due campionati turchi e una coppa di Turchia, una Coppa dei Campioni, un bronzo e un argento ai giochi del mediterraneo, un argento e un oro ad Eurobasket e un argento mondiale. Questa lista potrebbe sembrare ai più il palmarès di quattro cinque squadre, giocatori o allenatori messi assieme, invece sono la moltitudine impressionante di trofei conquistati da Bogdan “Boscia” Tanjevic, condita anche da quattro cittadinanze diverse, le prime tre dovute alla progressiva divisione nel secolo scorso della Jugoslavia, arrivando a quella odierna ovvero quella montenegrina, tra le quali tuttavia figura anche quella italiana, ottenuta grazie alla grande esperienza di questo allenatore nel campionato italiano e successivamente alla guida della nazionale azzurra.

Un curriculum vitae interminabile quello di Tanjevic, capace di conquistare, nei suoi 46 anni di carriera, tutto ciò che si potesse vincere al di qua dell’oceano atlantico, per quel che concerne la palla a spicchi, con una lista interminabile di squadre allenate tra le quali figurano anche la Juvecaserta, la Pallacanestro Trieste, l’Olimpia Milano e la Virtus Bologna, ultima italiana allenata nel 2002. Il c.t. del Montenegro, suo paese natale, ha deciso, dopo l’eliminazione da Eurobasket 2017 avvenuta per mano della Lettonia agli ottavi di finale della rassegna, non solo di lasciare la panchina della sua nazionale ma di concludere definitivamente la sua carriera da allenatore a settant’anni compiuti lo scorso febbraio.

Sicuramente non una bella notizia per i fan di vecchia data di questo sport nella sua versione europea, che hanno visto in Boscia (scritto all'italiana), una delle costanti più forti ed apprezzate della palla a spicchi del vecchio continente. Un allenatore itinerante capace di vincere praticamente ovunque ha avuto la possibilità di allenare, capace anche di trasportare la sua infinita conoscenza anche nel difficile ambiente delle nazionali, dove ha conquistato i suoi successi più prestigiosi. Indimenticabile lo straordinario oro ad Eurobasket 1999, conquistato a Parigi contro la Spagna e ancora uno dei momenti più alti della pallacanestro nostrana, con Tanjevic a guidare la nazionale azzurra di Myers, Andrea Meneghin, Abbio e Fučka. Altrettanto storico e inatteso lo straordinario argento mondiale conquistato, nel 2010, alla guida della nazionale turca, trascinata in campo da Ilyasova e da uno straordinario Turkoglu, battuta solo in finale dall’ingiocabile Team USA di Durant, Rose, Billups e compagnia.

Una decisione non del tutto inaspettata, ma sicuramente sorprendente quella del’allenatore italo-montenegrino, finalmente sulla panchina del proprio paese di origine dopo comunque una parentesi biennale (1980-82) sulla panchina dell’ormai defunta Jugoslavia, che gli era fruttata un argento europeo nell’81 e che rappresenta la conclusione di una straordinaria carriera, che tuttavia non lo vedrà chiudere definitivamente con la palla a spicchi. Boscia continuerà a ricoprire un ruolo di vertice nella federazione montenegrina come formatore dei futuri allenatori del proprio paese, quindi una posizione fondamentale all’interno del movimento cestistico balcanico, che storicamente ha sempre sfornato vari talenti sia tra i giocatori che i coach.