Una sconfitta netta e meritata, come era presumibile alla vigilia. L'Italia esce da EuroBasket contro la Serbia di Sasha Djordjevic e Bogdan Bogdanovic, facendolo però a testa altissima, così come ha condotto tutta la kermesse, al termine di un percorso sì travagliato ma che ha messo in luce carattere e umiltà di una squadra che ha costruito in questi mesi una forte identità ed una spiccata personalità, al di là di tutte le oggettive lacune tecniche. Una partita equilibrata soltanto in avvio, forse per quindici minuti, prima che il divario di centimetri e fisicità consegnasse le chiavi della sfida in mano serbe. Nulla da recriminare, però, per Messina ed i suoi, che al di là del dispiacere per la terza eliminazione di fila ai quarti di finale di un Europeo, porteranno con sé il ricordo di una splendida manifestazione. 

“Le statistiche parlano chiaro, la differenza a rimbalzo ha pesantemente condizionato la partita - ha detto al termine della contesa coach Messina, visibilmente deluso. La Serbia ha sfruttato al meglio una delle sue armi migliori, noi abbiamo provato a lottare su ogni pallone ma non è bastato". Positivo, tuttavia, il bilancio complessivo degli azzurri: "Chiudiamo nelle prime otto dell’EuroBasket, oggi va in archivio una grande estate per noi: abbiamo dovuto cambiare in corsa molte cose ma non ci siamo mai abbattuti. Voglio ringraziare i ragazzi per aver giocato sempre con cuore e coraggio e per quanto hanno fatto dal primo giorno di raduno. Coesione, dignità e impegno ci hanno accompagnato dal 21 luglio”.

La delusione di Belinelli a fine gara - Foto FIBA
La delusione di Belinelli a fine gara - Foto FIBA

A testa alta, così come confermano le parole di capitan Gigi Datome: "Non erano dei marziani, ma avevano qualcosa in più. Nessuno parte battuto e noi eravamo convinti di potercela giocare, ma quando vieni dominato in questo modo a rimbalzo diventa impossibile vincere. Uscire per la terza volta di fila ai quarti di finale mi rode, ma a mente fredda ricorderò questo Europeo con orgoglio". Ed infine, uno sguardo al futuro: "Mi dispiace salutare i ragazzi, ora con la Nazionale ci vedremo più avanti. La prossima estate intendo staccare la spina, dopo 17 anni penso di meritarmelo". 

A sostegno della causa italiana, anche quanto emerso dalle dichiarazioni di Daniel Hackett, più che positivo il suo rientro ad EuroBasket dopo l'infortunio: "Ringrazio coach Messina perché ci ha dato la possibilità di giocare un basket che ha fatto bene al gruppo. Abbiamo cercato di crescere sotto tanti punti di vista e non era facile con metà squadra esordiente a questo livello. Ci abbiamo creduto, abbiamo lottato, non abbiamo mai buttato l'asciugamano a parte gli ultimi secondi. Sono orgoglioso del cammino fatto. Peccato per un altro quarto di finale perso, ma dobbiamo guardare avanti". Sulla gara, invece: "Siamo stati un po' somari. Sapevamo che avrebbero puntato a dare la palla sotto e sarebbero venuti a prenderci a rimbalzo. Abbiamo sbagliato approccio, dato che nove rimbalzi offensivi concessi sono troppi. Loro sono una signora squadra, giocano un basket intelligente. Peccato davvero". Infine, la chiosa sul ciclo azzurro: "Chiuso? Per me parlare di ciclo aperto o chiuso è un errore. I giocatori vanno e vengono ma la maglia resta. La Nazionale non ha un ciclo, è una cosa continua e speriamo di aver dato il buon esempio a chi vestirà la maglia in inverno ed in futuro. Sono davvero molto orgoglioso di quanto fatto". 

Infine, così il presidente della FIP Petrucci al termine dell'esperienza italiana ad Istanbul: “Posso solo ringraziare per l’impegno questi ragazzi: quando si dà tutto si esce sempre con la coscienza a posto. A Ettore Messina, che è un grandissimo allenatore, auguro tutto il meglio per la sua carriera nella NBA. Grazie a lui e a tutto il suo staff per lo splendido lavoro svolto. I ragazzi sono stati straordinari, hanno sempre messo in campo un grande cuore. Il risultato del campo è giusto: ora si riparte da Sacchetti e da un’analisi serena che faremo insieme al Consiglio Federale, alle Leghe, alla GIBA e al territorio”.