Non sarà stata bellissima qualitativamente come Lituania-Slovenia ma in quanto ad emozioni Russia-Grecia non è stata assolutamente da meno. La spunta, dopo una clamorosa rimonta, la Russia di Alex Shved e Timo Mozgov, che trascinano i suoi in semifinale ribaltando uno svantaggio che ha toccato anche i tredici punti a metà secondo quarto. La Grecia ha il demerito di non aver chiuso anzitempo la sfida, i russi il merito di crederci ed aggrapparsi alle giocate del suo maggior talento, che mette a referto 26 punti, gran parte dei quali nella ripresa, e trascina Bazarevich ed i suoi in semifinale. Non bastano agli ellenici i 25 di un clamoroso Calathes, ultimo a mollare.
Calathes e Sloukas in cabina di regia per Missas, che completa il quintetto a sua disposizione con Papanikolaou, Printezis e Papagiannis. Shved ad inventare per la Russia, con Khvostov e Kulagin a completare il reparto esterni; Vorontsevich e Mozgov sotto le plance.
Avvio di gara equilibrato, giocato su ritmi discretamente elevati da ambo le parti. La Russia prova a cavalcare la fisicità di Mozgov, devastante sotto le plance e a rimbalzo (6 personali), ma la Grecia risponde con presenza di spirito e di esecuzione, che valgono i quattro punti di di Printezis e Calathes che fissano il punteggio sul 13 pari. Shved prova a mettersi in ritmo ma stenta ad entrare in partita, forza e litiga con i ferri, condizionando di conseguenza la squadra russa che sembra giocare meglio ma si piace fin troppo. Sono il cinismo e l'essenzialità del gioco ellenico invece a farsi preferire nella seconda metà di frazione: Bourousis, Papanikolaou ed ancora Printezis allungano (10/12 da due), la Russia va in confusione e la squadra di Missas chiude avanti di sette all'intervallo (24-17).
Lo schiaffo ricevuto a fine primo quarto sembra svegliare la Russia, la quale si affida a Shved per provare a risalire la china: prima con l'assist per la tripla di Fridzon, poi con l'arresto e tiro centrale il fromboliere russo di questo EuroBasket scuote i suoi. E' però un fuoco di paglia che si spegne presto. Calathes abusa del play russo difensivamente, gli stampa una tripla in volto e, nell'azione successiva, gli ruba palla prima di appoggiare al vetro il suo decimo punto personale ed il più nove greco (31-22). La Russia perde la bussola oltre all'entusiasmo ed all'energia, le palle perse si susseguono a ripetizione e prima Printezis poi Sloukas allungano il parziale fino al più 13 ed al nuovo time out di Bazarevich. La sospensione dà i dividendi sperati e, con pazienza e ritrovata lucidità la Russia ritrova un minimo di circolazione palla e di efficacia: Mozgov e Fridzon cuciono lo strappo fino al meno 6, ma sprecano un paio di occasioni per accorciare ancora di più il margine.
La Grecia tuttavia non ne approfitta e, alla pausa lunga, il vantaggio ellenico è solo di sei lunghezze grazia alla tripla di Kulagin, che premia paradossalmente una Russia che prende due cazzotti in pieno volto e barcolla ma ha il merito di non mollare.
I canestri di Shved, da tre, e di Mozgov, sembrano poter far cambiare la musica alla gara, ma sono le due triple consecutive di Printezis a confermare la leadership greca. E' la difesa il segreto del vantaggio acquisito dagli ellenici, con Calathes che silenziosamente continua a limitare la produzione offensiva di Shved, per quanto possibile. La conseguenza principale della buona difesa è la transizione, che unita all'energia accumulata, consente a Bourousis e soci di allungare nuovamente fino alla doppia cifra di vantaggio (47-36). Bazarevich cambia volto alla sua Russia abbassando il quintetto e la mossa paga dazio:tre folate di talento puro di Shved - tripla e gioco da tre punti ed assist per la tripla di Vorontsevich - per tornare sotto di quattro e chiudere un parziale di 9-2. La Grecia di contro perde improvvisamente le sue certezze nelle due metà campo e stranamente si disunisce; nonostante i liberi di Papanikolaou, subisce la rimonta firmata ancora da Shved, che con quattro punti di fila pareggia a 51 prima del canestro di Bourousis sulla sirena.
L'ultimo quarto si apre però così come si era chiuso l'ultimo, ovvero con Shved in pieno controllo - adesso sì - della gara, mentalmente e tecnicamente: l'esterno russo attacca a piacimento l'aggressività di Calathes e Sloukas, i ruoli si invertono rispetto al primo tempo e, con quattro punti di fila, porta avanti i suoi di due. E' Calathes, sorprendentemente dopo un paio di errori gravi, a caricarsi la squadra sulle spalle: due giochi da tre punti di fila tengono a galla gli ellenici, che non pagano particolarmente dazio da una situazione estremamente negativa. L'inerzia tuttavia cambia e grazie a Fridzon e Shved la Russia allunga fino al più 6 (65-59). La Grecia prova a gettare il cuore oltre l'ostacolo, ma la lucidità russa si fa preferire nel finale: Mozgov schiaccia indisturbato, gli ellenici litigano con i ferri di Istanbul, soprattutto dalla lunetta, ma vengono graziati ripetutamente dagli esterni russi. Calathes è l'ultimo ad alzare bandiera bianca, ma i suoi sforzi sono vani: i troppi errori greci vanificano i tentativi di rimonta, il canestro di Khvostov ed i liberi di Fridzon chiudono la contesa e mandano la Russia in semifinale.
I tabellini