“La Serbia è senz’altro la squadra più forte che ci è capitato di affrontare in questo Europeo. Siamo fiduciosi ma non dobbiamo commettere l’errore di fare viaggi con la fantasia e pensare di potercela giocare alla pari".
Con la testa sulle spalle. Con l'umiltà e la consapevolezza di chi scende in campo conscio delle proprie forze, pur sapendo di avere qualcosa in meno degli avversari ma non per questo di partire già vinto. Con lo spirito di sacrificio e l'abnegazione che hanno contraddistinto il viaggio dell'Italia del basket in questo Europeo. E' il giorno di Italia-Serbia, ad Istanbul, con la Sinan Erden Arena che si appresta a vivere gli ultimi due quarti di finale dopo le emozioni vissute ieri sera con le vittorie della Spagna prima e la Slovenia successivamente. E' il giorno dell'Italia di Ettore Messina, bella a tratti, determinata sempre, con quel piglio che le ha consentito di raggiungere i quarti di finale di EuroBasket per la terza volta consecutiva. E' il momento di scendere in campo e dare tutto, con un sogno nel cassetto che non si è mai chiuso.
"Dovremo fare una buona partita e loro dovranno incappare in una serata meno buona perché se pensiamo di poter giocare contro di loro a viso aperto corriamo il rischio di fare come la Juventus nell’ultima finale di Champions League contro il Real Madrid".
Questione di mentalità, vincente, quella che Ettore Messina ha infuso nella testa dei suoi giocatori. Questa Italia è la sua creatura, lo dimostra la voglia con la quale tutti gli interpreti, dai più nobili a chi meno, si sono messi a disposizione della causa azzurra, non di quella del vessillo personale. Inevitabile, indiscutibile che anche questa sera per fare gara di testa o quantomeno pari con la fortissima Serbia - nonostante le numerosissime assenze che hanno falcidiato il roster di Sasha Djordjevic - sarà necessaria una prova di carattere e di personalità di squadra prima ancora che individuale.
"La Serbia ha due giocatori, Bogdanovic e Marjanovic, che possono spostare pesantemente gli equilibri. Trovare gli spazi giusti e muovere bene la palla saranno due aspetti fondamentali nell’arco dei 40 minuti. E' una partita importante, anche se hai il piano partita perfetto, poi bisogna interpretarlo al meglio. Sono curioso di sapere come ci presenteremo a questo appuntamento. Detto questo non sono invincibili, certo".
La conferenza stampa di Messina
Il diktat è preciso, il messaggio è diretto, conciso, dritto al cuore dei suoi giocatori, che così come fatto nel girone contro la Lituania - unica squadra a poter essere minimamente paragonata come valori a questa Serbia del lotto delle sfidanti incontrate fin qui - dovranno fare di necessità virtù difensivamente su Marjanovic e Kuzmic, armi che nella faretra di Djordjevic sposteranno probabilmente più della sfida tra Bogdanovic e Belinelli, che tutto sommato potrebbero annullarsi. Se gli accoppiamenti con gli esterni serbi sono delineati, sono quelli interni che dovrebbero far riflettere coach Messina, costretto stavolta ad accoppiarsi con Cusin e Biligha con i lunghissimi centri serbi. Niente Melli stavolta, l'uomo in missione che ha annullato Lauri Markkanen nell'ottavo contro la Finlandia. L'intelligenza di Nic stavolta potrebbe risultare decisiva in aiuto, anche se staccarsi per un eventuale raddoppio significherebbe mostrare il fianco ai tiratori - Macvan in primis - liberi sul perimetro. Le doti di passatori dei lunghi serbi non aiutano il piano gara azzurro, limitato a determinate mosse nella speranza di arginare il più possibile il pick&roll avversario e le rotazioni difensive che ne conseguono. Inoltre, sarà indispensabile per l'Italia sacrificarsi a rimbalzo con tutti gli effettivi: banale quanto scontato dirlo, ma mai come questa sera l'aiuto degli esterni ai lunghi potrebbe ulteriormente spostare l'ago della bilancia in nostro favore.
"In una gara secca invece non si sa mai. Di sicuro questa è una partita che io e i miei giocatori ci ricorderemo per il piacere di averla giocata”.
Non è una sfida chiusa, tutt'altro. Non è una gara dal punteggio scontato, dall'esito e dall'andamento già scritto. Il decorso della gara verrà determinato dall'intensità difensiva e dalle capacità degli attacchi di sfruttare le inezie e le crepe che si presenteranno nelle difese altrui. In tal senso, l'Italia parte leggermente avvantaggiata: sembra un paradosso, ma è così; nel corso della manifestazione la retroguardia italica è apparsa - fatta eccezione per la sfida contro la Germania dove la frustrazione delle difficoltà offensive hanno condizionato l'operato spalle a canestro - molto più solida e compatta di quella di Djordjevic, la quale ha pagato dazio più volte nei momenti di calo fisiologico.
La speranza c'è. Gli azzurri ci credono e vogliono provare a mettere lo sgambetto a Bogdanovic e compagni. L'impresa è ardua, certo, ma l'Italia del basket, quella umile e operaia, ha dimostrato negli anni di poter raggiungere traguardi insperati quanto inattesi. E' il caso dell'Italia di Ettore Messina, della versione 2017 degli azzurri che stavolta sì, fanno sognare un paese intero. Non li abbiamo mai battuti nelle fasi finali di un Europeo, è arrivato il momento di sfatare questo tabù.
I roster a disposizione di Messina e Djordjevic
Le statistiche delle due squadre a confronto