Una sfida che al momento lascia poco spazio a pronostici quella che intratterrà la Sinam Erden Arenna di Istanbul alle ore 17.15. Una partita che alla vigilia difficilmente ci saremmo aspettati di vedere a questo punto della competizione, tra due squadre, che in modo molto diverso, sono state capaci di sorprendere pubblico e addetti ai avori con un cammino che fin qui ha dello straordinario, sia in positivo che in negativo, soprattutto se guardiamo la prima fase della squadra ellenica, non proprio esaltante.
Cominciamo proprio con l’analizzare il cammino della nazionale greca, un percorso fatto di alti e bassi, ma che ha sorpreso per solidità e continuità una volta giunti alla fase ad eliminazione diretta, in cui l’esperienza dei suoi componenti si è fatta sentire, anche contro avversari tutt’altro che semplici. Un gruppo D giocato al minimo sindacale dalla nazionale allenata da Costantinos Missas, concluso con il quarto ed ultimo spot disponibile per la qualificazione ai “playoff”, conquistato all’ultima partita, dietro al terzetto formato da Slovenia, Finlandia e Francia. Ciò che rende speciale il risultato ellenico è perfettamente rappresentato dal fatto che né Francia, né Islanda sono state capaci di superare gli ottavi di finale del torneo, a differenza di Sloukas e compagni che sono stati in grado di superare l’altissimo scoglio rappresentato dalla Lituania, in una partita ai limiti della perfezione. Una squadra che ha fatto della sua posizione sfavorita, dovuta principalmente al girone giocato mestamente, una fonte di energia che ha donato fisicità, efficacia in attacco e soprattutto solidità difensiva fino a quel momento espressa solo a fasi alterne, costringendo il formidabile attacco lituano sotto i 70 punti. La sconfinata esperienza dei suoi elementi chiave, come già detto, si è rivelata decisiva contro un così arduo ostacolo, con il dinamico duo di guardie composto da Nick Calathes e soprattutto Kostas Sloukas finalmente leader, perfettamente supportati dal sempreverde Ioannis Bourousis e da Georgios Printzesis, due elementi storici di questa nazionale coadiuvati dalle infinite energie di Thanasis Antetokounmpo. In crescita il rendimento di Georgios Papagiannis, decisivo su entrambi i lati del campo, con un redivivo Kostas Papanikolaou autore di un grande ottavo di finale, dopo un girone impalpabile. Servirà sicuramente un ulteriore sforzo collettivo in questa partita, tanto importante quanto difficile contro una Russia sorprendente che possibilmente arriva a questa sfida leggermente favorita.
La nazionale sovietica ormai è andata oltre la semplice sorpresa, come sarebbe potuta essere definita all’inizio del torneo, essendo partita non certo con i favori del pronostico, in un girone, tra l’altro, assolutamente non semplice. Dopo una prima fase di livello, la formazione allenata da Sergey Bazarevich ha continuato da dove aveva concluso, spazzando letteralmente via la grande nazionale croata che nulla ha potuto contro la pallacanestro esaltante, ma allo stesso efficace dei sovietici, letteralmente trascinati da Alexej Shved, in netta corsa per il premio di MVP della manifestazione. La stella del Khimki è stata capace di mostrarsi nella sua versione più spettacolare ed efficace in questo Eurobasket, non solo attraverso le sue straordinarie doti realizzative, possibili grazie ad un bagaglio offensivo praticamente illimitato, ma anche grazie alla sua grande capacità di coinvolgere e mettere in ritmo i propri compagni, che, fino a questo momento, si sono spesso fatti trovare pronti, soprattutto nell’exploit contro i croati, annichiliti dal movimento palla dei russi, alternato ad iniziative personali del solito Shved, ma anche di Fridzon, Kurbanov e Vorontsevich tra gli altri. Fisicità offensiva e difensiva, soprattutto nel pitturato, garantita da Timofey Mozgov, impegnato in un interessantissimo duello con Bourousis e Papagiannis sotto le plance, e in generale di una squadra capace di imporre sempre la sua prestanza nei confronti degli avversari.
Una partita che alla vigilia si prospetta ben più equilibrata ed insidiosa per entrambe le squadre coinvolte. Servirà la miglior versione vista finora per spuntarla tra due squadre apparentemente diverse, ma per certi versi molto simili nei modi con cui sapranno far male alla controparte, nel tentativo di tornare, dopo anni di digiuno dai piani alti, ad essere una delle migliori quattro squadre d’Europa e giocarsi una straordinaria, quanto inattesa semifinale, contro la vincente tra Italia e Serbia.