Era una delle sfide più attese degli Europei di pallacanestro edizione 2017, e il quarto di finale tra Slovenia e Lettonia non ha deluso tifosi e appassionati. Quella tra baltici e balcanici si è rivelata infatti la partita più divertente e spettacolare dell'intera rassegna continentale, con la compagine di Goran Dragic e Luka Doncic a prevalere su Kristaps Porzingis e compagni. Slovenia in semifinale dunque, Lettonia a casa nonostante gli sforzi profusi, in una gara finita ad altissimo punteggio per gli standard del basket europeo (103-97).
Eppure Slovenia contro Lettonia non è stata solo la contrapposizione tra stelle, NBA e di Eurolega (Doncic è promesso sposo della pallacanestro professionistica a stelle e strisce, ma non sbarcherà oltreoceano prima del 2018), ma anche e soprattutto quella tra due splendide squadre, che hanno mosso bene la palla in attacco, trovando diverse soluzioni offensive, dall'arco come al ferro. Alla fine l'ha spuntata la Slovenia, con Dragic e Doncic troppo superiori alle guardie lettoni, nonostante un Kristaps Porzingis da 34 punti e 6 rimbalzi per coach Ainars Bagatskis. 12/2 dal campo, 11/14 da due, 1/7 dal perimetro, 9/11 ai liberi per il giocatore dei New York Knicks, che ha confermato la sua fama di "unicorno", di cestista specialissimo, per taglia, doti atletiche e capacità balistiche. Il repertorio offensivo di Porzingis, messo in mostra anche ieri sera alla Sinan Erdem Arena di Istanbul, continua ad apparire infinito, ai limiti dell'onnipotenza, per un giocatore di quella stazza. Il lettone, scelto alla numero quattro da Phil Jackson al Draft del 2015, ha segnato in tutti i modi: spalle a canestro, conducendo il contropiede, mettendo palla per terra dal gomito, appoggiando la palla al tabellone, dall'arco dei tre punti, schiacciando in testa agli avversari, ma allo stesso tempo ha confermato qualche limite che dovrà eliminare per affermarsi definitivamente come uno dei migliori giocatori del mondo.
Troppi rimbalzi difensivi persi, contro l'esperienza e la cattiveria di Randolph e Vidmar, qualche pausa mentale nella propria metà campo, che lo ha costretto a raggiungere già nel terzo quarto la somma di quattro falli, oltre a un nervosismo latente che abbiamo capito far parte della sua forte personalità. Ma se la Lettonia è stata in partita fino alla fine, resistendo ad almeno due spallate della Slovenia, il merito è stato soprattutto del giocatore dei Knicks, uomo cui affidarsi nel momento di difficoltà, insieme al cecchino Davis Bertans (e al fratello Dairis).
La Slovenia ha invece fatto valere il maggior tasso tecnico complessivo, soprattutto nel reparto esterni, dove Goran Dragic e Luka Doncic, coadiuvati dai vari Prepelic, Muric e Cancar, hanno fatto la differenza contro uno Strelnieks non in serata di grazia, e un Timma che ha provato a giocare di esperienza, senza che il suo contributo globale risultasse però sufficiente alla causa. Davvero un lusso per coach Igor Kokoskov potersi permettere di alternare Dragic e Doncic in cabina di regia, per non parlare dell'impatto di Anthony Randolph sulla partita, non solo per le triple, ma per la cattiveria messa sul parquet. Dragic si è preso i quarti dispari, Doncic quelli pari, costringendo la Lettonia a rincorrere. Rincorsa orgogliosa, ma pur sempre rincorsa, soprattutto dal terzo periodo in poi, quando il giocatore dei Miami Heat ha fatto ammattire le guardie avversarie. Penetrazioni alla massima velocità, palleggio arresto e tiro, un dominio netto, totale, nitido sulla sfida, chiusa con 28 punti, 8 assist e 6 rimbalzi (ma anche con qualche palla persa di troppo). Sembra questo l'Europeo della maturità per Dragic, ormai punto di riferimento fisso anche a South Beach: giocatore dal talento innato, l'ex Phoenix Suns ha aggiunto in questa rassegna continentale quella faccia cattiva nei momenti che contano che decide se una partita sia vinta o persa.
Per tutto il resto c'è Luka Doncic. Diciotto anni, una maturità fuori dal comune per il gioiello del Real Madrid, che ha letteralmente spadroneggiato anche contro rivali più esperti, regalando al pubblico almeno un paio di perle di talento purissimo (oltre alla tripla di tabella che ha orientato la sfida). Se la Slovenia è in semifinale, è anche e soprattutto perchè Doncic consente a Dragic di non avere sempre la palla in mano, neanche nei finali punto a punto, prendendosi responsabilità da giocatore esperto, eseguendo alla grande, e alternando con incredibile perizia giocate dal perimetro e all'interno dell'area. Un Doncic extralusso, che ora diventa lo spauracchio di una Spagna che lo conosce perfettamente, e che ha nobilitato un gran quarto di finale, interpretato nella maniera giusta anche dalla Lettonia.