Poco meno di quarantottore alla sfida tra Serbia ed Italia, valevole per i quarti di finale di EuroBasket 2017 e, nel ritiro azzurro, inizia a salire l'adrenalina ed un pizzico di tensione, quella giusta quella positiva. Per la terza volta consecutiva gli azzurri del basket hanno centrato l'obiettivo dei quarti di finale e, dopo le eliminazioni rimediate in Slovenia ed a Lille per mano della Lituania in entrambe le occasioni, adesso è la volta di affrontare la Serbia di Djordjevic, la quale ci ha sconfitto pesantemente in Germania due anni or sono. Era un'altra Italia, però, così come era un'altra Serbia, con Teodosic a muovere i fili della banda serba. 

Stavolta non ci sarà la stella che ha trascinato per anni il CSKA Mosca, trasferitosi in estate alla corte di Doc Rivers ai Los Angeles Clippers, faro tecnico ed emotivo della squadra di Sasha Djordjevic, anche se la Serbia resta squadra di assoluto valore. Lo conferma Belinelli, che ieri ha così parlato della gara ai microfoni della stampa internazionale: “Quando le partite contano la Serbia di solito risponde presente. Sono una squadra forte, che come noi ha dovuto fare di necessità virtù per sopperire ad alcune assenze. Il leader è senza dubbio Bogdanovic, un giocatore determinante con tanti punti nelle mani. Su di lui dovremo fare un ottimo lavoro per cercare di limitarne il talento".

Tuttavia, Marco si fida dell'arma migliore degli azzurri, la difesa, confermatasi a livelli altissimi in queste cinque partite fin qui disputate: "La nostra difesa è il motivo principale per cui siamo arrivati fin qui ed è su questo nostro punto di forza che dovremo insistere se vogliamo raggiungere la semifinale. Siamo un gruppo con delle gerarchie chiare e rispettate ed ognuno sa quello che deve fare per aiutare il compagno; sono felice di essere importante per la squadra. Non è un caso essere qui, noi ci abbiamo creduto fin dal primo giorno di raduno e continuiamo a farlo anche ora grazie al grande cuore che hanno tutti i ragazzi. L’Europeo è una competizione difficile ma abbiamo tutte le carte in regola per fare tesoro delle esperienze passate per non ripetere gli errori e fare un ulteriore passo avanti". Ed infine, la chiosa, con parole al miele anche per coach Messina: "Siamo tranquilli e pronti a misurarci ancora con i quarti di finale. Messina ci ha trasmesso la sua voglia di vincere e con lui è un viaggio bellissimo. Siamo forti e carichi; se saremo da Medaglia lo stabilirà il campo”.

Pietro Aradori in azione contro l'Ucraina - Foto Fiba
Pietro Aradori in azione contro l'Ucraina - Foto Fiba

A fare da eco alle parole di Marco Belinelli anche quelle di Pietro Aradori, arma tattica in uscita dalla panchina per coach Messina, il quale si è soffermato sull'aspetto difensivo: "Confermo quanto detto da Beli sul nostro punto di forza, ovvero la difesa. Non possiamo pensare di andare in campo e fare cento punti. Contro la Serbia dovremo fare un grande lavoro sui lunghi e limitare i loro esterni. Solo con una prestazione di livello dentro l’area potremo avere chances di accedere alla semifinale". La nuova guardia della Virtus Bologna si lancia successivamente in un primo bilancio della manifestazione: "Fin qui è stato un ottimo Europeo, abbiamo avuto alti e bassi ma in queste competizioni spesso accade. Ora c’è la Serbia sul nostro cammino: non abbiamo ansie da prestazione, sappiamo che per una parte del gruppo storico questa potrebbe essere l’ultima occasione per il salto di qualità ma non siamo preoccupati. Visto dove siamo arrivati e come, non saremo brocchi in caso di sconfitta e non saremo fenomeni in caso di passaggio del turno. Quel che è certo è che le esperienze precedenti ci aiutano".

Esperienze che, come detto in precedenza, sono tutt'altro che positive: "Del quarto di finale del 2013 ricordo le prestazioni super dei Lavrinovic mentre del quarto del 2015 ho un flash del palleggio arresto e tiro di Kalnietis che di fatto ha indirizzato la partita verso la Lituania". Ed infine, così come il compagno di squadra, una battuta finale su cosa ha dato coach Messina al gruppo: "La sua esperienza e la sua disciplina e noi vogliamo farne tesoro. Al momento devo dire che le cose sono andate per come abbiamo lavorato. I nostri risultati sono il frutto del nostro lavoro sul campo”.