Scontro al vertice: così va definita la partita tra Croazia e Russia, non perché sia una finale o si avvicini ad esserlo, essendo ancora un ottavo di finale, ma perché vede affrontarsi due delle compagini che hanno regalato il maggior spettacolo all’interno dei rispettivi gruppi e che, per uno sfortunato scherzo del destino, vedremo affrontarsi già nel primo turno della fase ad eliminazione diretta. Due squadre che si presentano a questa partita dopo aver perso solo un incontro dall’inizio del torneo: la Croazia ha svolto un cammino davvero notevole, interrotto solo dalla sconfitta contro la Spagna, che in una partita alquanto equilibrata, si è aggiudicata, così facendo, la testa del gruppo C, ai danni della nazionale slava che si è dovuta accontentare della seconda posizione. Cammino comparabile quello dei sovietici, tuttavia con un risultato diverso, derivante dall’estremo equilibrio che ha caratterizzato la testa del gruppo D, per tutta la durata della prima fase, conclusasi con Lettonia, Serbia e la stessa Russia a 9 punti. Decisiva si è rivelata l’unica sconfitta della nazionale allenata da Sergey Bazarevich, contro la Lettonia, oltre che la scarsa differenza punti accumulata nelle varie partite che ha “condannato” Shved e compagni al terzo posto nel girone, dopo aver ricoperto la prima posizione per parecchio tempo. Questo tipo di percorso ha di fatto reso possibile questo scontro al vertice, questa partita tra due nazionali capaci di sorprendere per efficacia e solidità.

Come già detto la nazionale croata si appresta ad affrontare questo incontro con l’energia e la spinta derivatele da un girone ai limiti della perfezione, in cui, tuttavia, l’unico avversario di rilievo oltre agli spagnoli è stato il Montenegro, non esattamente un dream team, che comunque ha fatto sudare parecchie camicie a Bogdanovic e compagni per aggiudicarsi la vittoria. La Russia sicuramente rappresenta un ostacolo più arduo da superare rispetto al livello medio non eccezionale affrontato nel gruppo C, per una Croazia che comunque da anni rappresenta una delle realtà più solide del panorama europeo, che si esalta quando la posta in palio è alta. Una squadra tecnicamente valida, ma capace anche di imporre la propria fisicità, una combinazione di caratteristiche perfettamente incarnata da Dario Saric, lungo salito alla ribalta nella sua prima stagione oltreoceano  ai Philadelphia 76ers, che si è ritagliato un ruolo di leader anche nella sua nazionale, assieme all’eccezionale Bojan Bogdanovic, cecchino passato in estate agli Indiana Pacers. Attorno a loro i soliti noti, già capaci di condannare l’Italbasket nel torneo preolimpico di Torino lo scorso anno: i vari Simon, Ukic, Popovic e Zoric rappresentano un supportino cast con tantissimi punti nelle mani, capaci anche di fornire un ottimo contributo in fase difensiva. Ottimo impatto statistico di Marko Tomas, giocatore di grande esperienza europea coadiuvato anche da un positivo Dragan Bender, giocatore comunque chiamato ad alzare il proprio livello in questa seconda fase, soprattutto a livello offensivo e a rimbalzo.

Contrapposta una Russia che alla vigilia era vista come un buon gruppo, ma sicuramente non capace di mostrare questo tipo di impatto nel torneo, per giunta in un girone di ferro come il gruppo D. La beffa finale non ha cancellato un percorso quasi impeccabile, in termini di risultati, di questa squadra capace anche di imporsi sulla ben più quotata Serbia grazie ad un gioco spettacolare, a tratti spregiudicato, ma sicuramente di indubbia efficacia, almeno fin’ora. Uno spirito, che come per la Croazia, è perfettamente rappresentato da suo leader indiscusso, quell’Alexej Shved che, dopo l’altalenante esperienza americana e il ritorno in patria al Khimki, ha ritrovato anche la nazionale dopo anni di assenza, in cui ha subito imposto una leadership fatta di genio e sregolatezza, sul quale questa squadra poggia, in gran parte, i propri successi. Allo spropositato talento di Shved si aggiunge il solidissimo europeo finora disputato dal redivivo Timofey Mozgov, riconfermatosi a qualche anno di distanza dal bronzo alle olimpiadi di Londra, come uno dei centri più interessanti del panorama europeo. A supporto di questa connection guardia-lungo una squadra sicuramente più corta, in termini di rotazione, della nazionale croata, chiamata a fare gli straordinari in attacco come in difesa, vero tallone d’Achille di questo gruppo finora, che ha reso spesso la vita troppo facile agli avversari. L’esperienza di Fridzon, le l’energia e le capacità dall’arco dei tre punti di Kurbanov, la fisicità di Vorontsevich e le doti realizzative di Khvostov dovranno per forza palesarsi in questa partita che si prospetta alquanto complessa ed equilibrata. Sicuramente un punto a sfavore di questa compagine è l’eccessiva dipendenza dal suo leader Shved, miglior realizzatore e assistman della squadra, il quale sicuramente si vedrà spesso raddoppiato dalla difesa Croata, con chiamata in causa del supportino cast che dovrà per forza di cose farsi trovar pronto per mantenere intatte quelle possibilità di vittoria che comunque non sono poche.

Una partita che non lascia molto spazio a pronostici plausibili, due filosofie di basket molto diverse si affrontano in un ottavo di finale dall’assoluto interesse e dall’altissimo tasso tecnico. Una partita tutta da seguire (ore 20:30) in uno scontro tra pesi massimi della pallacanestro europea che promette intensità, agonismo e  tantissimo spettacolo.