Si è concluso nella giornata di ieri il cammino delle squadre del gruppo D di Eurobasket 2017 alla Fenerbache arena di Istanbul, che ha visto nel suo svolgimento molti colpi di scena e tanto equilibrio. Sorpassi e controsorpassi nella classifica che nel prosieguo della manifestazione potrebbero rivelarsi decisivi. Per avere un’idea dell’equilibrio che ha caratterizzato la testa del gruppo per tutto il suo svolgimento, basti pensare che le prime tre classificate hanno chiuso tutte con 9 punti (4 vittorie e una sconfitta) in cui a fare la differenza è stato il favore negli scontri diretti oltre che la differenza tra punti segnati e subiti.

Un gruppo che sinceramente non vede una formazione che possa sentirsi delusa da proprio cammino ,ma che vede sicuramente una Russia beffata dopo essere stata in testa per gran parte del tempo e che, al termine di un percorso comunque quasi perfetto, si ritrova terza classificata, con tutto quello che ne consegue in termini di accoppiamenti. Una Russia che vive e muore in base al rendimento di una e una sola persona, quell’Alexej Shved capace di accendersi da un momento all’altro e di fornire un contributo fondamentale in termini di impatto statistico ed emotivo, essendo sia un grande scorer che il miglior assistman della compagine. Da segnalare è anche l’ottimo europeo del lungo dei Brooklyn Nets Tomofey Mozgov, capace di confermarsi, dopo anni ancora come uno dei migliori interpreti del ruolo di centro d’Europa, il quale tuttavia ha pagato dazio in frangenti di alcune partite in cui il nervosismo e la scarsa lucidità si sono rivelate controproducenti ai risultati collettivi. Attorno a questa connection guardia-lungo, un buon supporting cast, capace di pescare punti importanti anche dalla panchina, che tuttavia si è rivelato spesso e volentieri Shved-dipendente, quindi legato a doppio filo al rendimento e all’energia che il proprio leader ha saputo dare all’interno delle varie partite. Decisiva si è rivelata l’unica sconfitta contro la Lettonia (abbastanza pesante nel punteggio) oltre che la scarsa differenza punti a favore della nazionale allenata da Sergey Bazarevich, che anche contro Turchia e soprattutto Belgio e Gran Bretagna, non è stata capace di vincere largamente come è successo alle prime due classificate. Proprio a causa di questo temporaneo “bronzo” nel girone la compagine sovietica sarà costretta ad affrontare subito un pezzo da novanta come la Croazia di Bogdanovic e Saric.

Fonte immagine: Fiba.com
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Passiamo alla Serbia, una nazionale letteralmente decimata in preparazione, che tuttavia veniva comunque vista come favorita e che, non senza patemi d’animo, è riuscita a raggiungere il primo spot del girone, nonostante l’unica sconfitta patita contro i russi. Il peso delle innumerevoli assenze, comprendenti elementi fondamentali dei recenti successi serbi, sicuramente si è fatto sentire, mostrando al mondo una compagine meno solida e più attaccabile di quanto sarebbe potuta essere con a disposizione i vari Teodosic, Jokic, Nedovic, Bjelica e chi più ne ha più ne metta. Un cammino tutto sommato solido e tendente alla perfezione quello serbo, fatto di una sola sconfitta di misura contro la Russia, dove a far la differenza è stata la vittoria sofferta contro la Lettonia e una differenza punti superiore a quella della stessa Russia, per questo rilegata al terzo posto. Vari i problemi riscontrati, soprattutto in merito alla poca profondità del roster e alla scarsa presenza, dal punto di vista numerico, di giocatori capaci di prendersi sulle spalle la squadra e condurla alla vittoria, limitata ai soli Bogdan Bogdanovic, fin qui autore di un europeo straordinario, Milan Macvan e Boban Marjanovic, con qualche isolato exploit dei vari Lucic, Jovic e Kuzmic. Vietato sbagliare per i Serbi a questo punto contro un’abbordabilissima Ungheria, per il talento a disposizione di Sasha Djordjevic, ancora desideroso di imporsi come migliore squadra europea come fatto negli scorsi mondiali ed olimpiadi.

Una sorprendente Lettonia è riuscita ad accaparrarsi il secondo posto del gruppo, anch’essa forte di quattro vittorie e una sola sconfitta rimediata alla prima giornata nel big match contro la Serbia, che poi si è rivelata determinante per l’estromissione dalla prima piazza, che avrebbe avuto del clamoroso, ma certamente che non avrebbe regalato nulla ad una nazionale baltica in netta ascesa. La compagine allenata da Ainars Bagatskis ha impressionato, non solo per lo straordinario talento, già noto a sua disposizione, ma anche per un gioco efficace che vede nelle sue punte di diamante il suo punto focale. Europeo memorabile quello di Kristaps Porzingis, il lungo dei New York Knicks ha letteralmente dominato la prima fase della manifestazione dimostrandosi varie volte assolutamente immarcabile e limitato in un paio di partite solo da qualche fallo di troppo. Ottime risposte anche dagli altri leader della compagine, come i due fratelli Dairis e Davis Bertans, che hanno dato la loro impronta in ogni vittoria lettone e anche nella sconfitta, immeritata, nella prima giornata. L’altro leader statistico e di personalità in questa prima fase è stato sicuramente Janis Timma, autore, nella partita decisiva contro la Russia, di una prestazione memorabile in attacco come in difesa. Buone risposte anche dal supporting cast guidato da un ottimo Janis Strelnieks, giocatore letale dall’arco dei tre punti, oltre che da ottime prestazioni su ambo le metà campo da parte di Peiners, Meiers e Blums. Lettonia chiamata a riconfermarsi su i medesimi livelli in una partita contro una squadra dal grande impatto fisioco come il Montenegro negli ottavi di finale di questa rassegna.

Fonte immagine: Fiba.com
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A concludere il gruppo di qualificate è la Turchia, squadra di casa, che è riuscita a raggiungere, nonostante le difficoltà, un accesso alla seconda fase, che se non raggiunta avrebbe significato una delusione nazionale, essendo Istanbul anche il teatro della restante parte del torneo. Un cammino difficoltoso, che tuttavia ha visto una Turchia affrontare le tre capoliste con orgoglio ed intensità, dando del filo da torcere soprattutto a Russia e Serbia, che sono uscite vittoriose di misura e solo nel finale di una partita che ha visto i Turchi battersi fino alla fine spinto dal pubblico amico. La nazionale allenata da Ufuk Sarica, ha trovato nel giovane Cedi Osman un leader di energia e personalità, capace di sfornare prestazioni notevoli ed accendere il tifo con giocate spettacolari. Ottimo anche l’impatto fisico del sempreverde Semith Erden e di Melih Mahmutoglu, capace di mantenere un notevolissimo 55% da 3 punti in questa prima fase. Raggiunto l’obbiettivo minimo alla nazionale turca aspetta l’esame difficilissimo contro la Spagna, vera favorita alla vittoria finale a questo punto della manifestazione.

Fonte immagine: Fiba.com
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Escluse, come secondo pronostico, dalla seconda fase Gran Bretagna e anche il Belgio, il quale non è stato capace di riconfermare alcune strabilianti prestazioni viste durante la preparazione (soprattutto quella contro gli azzurri), che probabilmente l’avrebbe reso una spina nel fianco per le più blasonate squadre presenti nel gruppo. A zero vittorie un mesto, ma a tratti encomiabile Regno Unito, capace di far penare ben oltre il previsto, squadre sulla carta nettamente più forti come Russia e Lettonia.