Un'Italia che c'è, un'Italia che va avanti con le proprie armi, perchè chiedere qualcosa di più o qualcosa di diverso a questi ragazzi non è proprio possibile. Così, dopo una partita contro Israele in cui forse si partiva da sfavoriti ma siamo riusciti a controllare fin dall'inizio fino a dilagare nei minuti finali, ecco che arriva una vittoria ancor più importante per il cammino dei ragazzi allenati da Ettore Messina. Importante perchè partivamo chiaramente favoriti e quindi c'era la possibilità di giocare con un atteggiamento rilassato o comunque non esattamente come richiede il commissario tecnico. Importante perchè c'era da dare massima continuità al lavoro visto nei primi 40 minuti degli azzurri alla Yad-Eliyahu Arena di Tel Aviv. E importante anche perchè c'era bisogno di dare tanti minuti a tutti e soprattutto di arrivare con positività e con serenità alla partita più difficile e più importante del girone, ovvero quella di oggi pomeriggio contro quella Lituania che ci castigò due anni fa ai quarti di finale di Eurobasket.
E gli azzurri hanno fatto esattamente quel che coach Messina ha chiesto, nonostante un inizio di partita non esattamente da manuale per i nostri. L'Ucraina ha confermato quanto si era visto nella partita inaugurale del proprio cammino, quella contro la Germania: quando c'è freschezza fisica e mentale, e soprattutto quando in campo c'è lo starting five, qualcosa di buono può essere ricavato. Tuttavia, dall'altra parte c'era una formazione che di fame ne aveva e ne ha tanta, e soprattutto di qualità ne aveva e ne ha tanta. Così, le triple di Marco Belinelli sono state mortifere per la compagine del commissario tecnico Murzin, così come il lavoro nel cuore dell'area di Daniel Hackett e Pietro Aradori che hanno costruito un tesoretto importante e gestito con saggezza dagli azzurri. Nel complesso, però, sono stati bravi più o meno tutti, perchè Messina sa che può contare su un gruppo di ragazzi che fanno della voglia di emergere - e perchè no, della voglia di zittire le critiche ricevute durante il ritiro - il proprio credo in queste due settimane di Eurobasket 2017.
Ecco allora che viene fuori anche nella sfida contro l'Ucraina, così com'era accaduto due giorni prima al debutto con Israele, la sagacia e la maestria nella gestione del pallone e delle energie di Ariel Filloy, il quale continua a dare l'impressione di essere un veterano con addosso la canotta della Nazionale, pur essendo appena a quota 2 presenze in competizioni ufficiali. Il futuro playmaker di Avellino, con o senza Hackett al proprio fianco, resta un giocatore che può spostare gli equilibri, vista la sua intelligenza fuori dal comune. L'esempio più lampante dell'abito che non fa il monaco, mentre al contrario l'abito fa decisamente il monaco nel caso di Paul Biligha, di Christian Burns e persino di Filippo Baldi Rossi, con quest'ultimo che al vero debutto azzurro ha dato il suo contributo: freddo e distante nei primi secondi, poi decisamente in ritmo con un buon lavoro in difesa e una tripla pesante. A proposito di triple, non possiamo dimenticare quelle messe a segno da Gigi Datome: prova da capitano vero quella del numero 70 azzurro, il quale ci ha messo tanta intelligenza e ha dato anche quei punti nel quarto periodo che hanno fatto concludere la gara con maggiore serenità.
Ora arrivano per l'Italia gli impegni complicati, quelli che definiranno la classifica degli azzurri in questo durissimo Gruppo B. Oggi la Lituania, poi la Georgia e infine la Germania, con la memoria che va alla sfida contro i tedeschi che di fatto ci consegnò la qualificazione agli ottavi di finale degli Europei di due anni fa. Se Belinelli e compagni avranno la capacità di restare concentrati, affamati e soprattutto "brutti, sporchi e cattivi" come sono stati nelle prime due partite, non è da escludere che già oggi contro Valanciunas e compagni possa arrivare una vittoria, considerando anche la fatica che i baltici stanno facendo in avvio di girone, con una sconfitta con la Georgia e una vittoria a fatica divenuta larga solo nel finale contro Israele. Tocca dunque a noi, tocca dunque agli azzurri dimostrare che le prime due vittorie non sono frutto del caso, ma sono anzi la conseguenza di una reazione mentale. Perchè come si dice in questi casi, le squadre vere vengono fuori nelle partite vere. E queste sono decisamente partite vere.