Cammino impeccabile finora quello della nazionale Slovena ad Eurobasket 2017, dopo la vittoria acquisita contro la Polonia, ma soprattutto dopo essere uscita vittoriosa dalla sfida contro la Finlandia, squadra che in questo torneo si sta rivelando molto più agguerrita di quello che si potesse credere alla vigilia, capace di battere anche la Francia nella sua prima partita. Sul cammino sloveno tuttavia si troverà nella giornata di oggi la Grecia, compagine reduce dalla larga vittoria contro l’Islanda, ma anche dalla sconfitta netta contro i transalpini, che perciò si trova quasi obbligata a dover riprendere i binari giusti per non rischiare una mancata qualificazione che significherebbe fallimento completo.
Da una parte una squadra davvero intrigante, una Slovenia che vede in Goran Dragic, point guard di grande esperienza anche oltreoceano, il proprio leader sia tecnico che emotivo, essendo sia il miglior realizzatore della squadra (29.5 punti di media nelle prime due partite) che il miglior assistman (4.5 a partita). Il playmaker dei Miami Heat viene egregiamente supportato da un gruppo in cui spiccano alcune individualità di assoluto interesse: l’atletismo di Vidmar e Randolph, l’ottimo contributo su entrambe le metà campo di Blazic e soprattutto l’apporto all around di Luca Doncic, giovane guardia del Real Madrid, classe 1999, capace di essere il miglior rimbalzista della squadra oltre che uno dei migliori distributori di assist e un contributo notevole in fase offensiva, dimostrando una maturità cestistica non comune a soli 18 anni.
Dall’altro lato la Grecia, che fin dalla prima partita non ha mai convinto del tutto con un rendimento molto altalenante, fatto di sprazzi di buon gioco, energia ed intensità difensiva, alternati a blackout totali, che contro l’Islanda hanno significato una rimonta solo sfiorata, mentre contro la Francia un parziale pesante che ha portato i transalpini anche sul +19 e che ha indirizzato definitivamente l’incontro nonostante la disperata rimonta guidata da Printezis e Antetokounmpo. Sono proprio questi due ad aver ricoperto un ruolo fondamentale per la compagine ellenica in queste due partite, con il primo che, come ci ha abituato da sempre nelle file dell’Olimpiacos Pireo, è sempre l’ultimo ad issare bandiera bianca anche quando la situazione sembra disperata e l’altro che rappresenta il termometro emotivo della squadra, capace di accendersi con una giocata offensiva o difensiva spettacolare. Necessario un contributo maggiore soprattutto da parte dei veterani Borousis e Papanikolau, fin troppo silenti in queste due partite, per una squadra che necessita dei suoi leader di esperienza.
Una sfida sulla carta molto equilibrata, con motivazioni altissime per entrambe le squadre, con la Slovenia che vincendo metterebbe una seria ipoteca sul discorso qualificazione e una Grecia che non vuole mettersi nella condizione di giocarsi la stessa nelle ultime partite del girone, con la pressione che ne conseguirebbe.