Dimenticare la vittoria su Israele, prendere da quel successo tutti gli aspetti positivi, tanti, e provare a limare quei pochi negativi che nel corso dei quaranta minuti contro i padroni di casa allo Yad-Eliyahu hanno rischiato di minare una prestazione pressoché perfetta degli azzurri di Messina. L'Italia volta pagina, prova a farlo con la stessa concentrazione e con la stessa voglia messa in campo giovedì nella gara d'esordio. Determinazione, lucidità, personalità: aspetti di una Nazionale che raramente si era vista nelle precedenti edizioni. La speranza adesso è che, dopo la prima soddisfazione di questo Europeo, i protagonisti non perdano per strada la bussola e confermino le note positive anche contro Ucraina

Datome in azione contro Israele - Foto Twitter Italbasket

Nella giornata di ieri, di riposo soltanto per modo di dire, gli azzurri hanno avuto modo di guardare agli aspetti positivi della gara contro gli israeliani e voltato come detto lo sguardo verso la seconda sfida, quella contro gli ucraini. Non solo, i protagonisti azzurri hanno parlato al sito della Federazione della gara inaugurale, ma non solo. Raggiante, ma anche cauto, capitan Datome“Senza dubbio la partita di ieri ha dato buoni segnali e iniziare con una vittoria soprattutto in un ambiente caldo come quello della Tel Aviv Arena ci ha dato maggiore fiducia ma è solo un primo passo. E’ prestissimo per fare bilanci, al momento stiamo lavorando per andare a Istanbul, per la fase a eliminazione diretta. Poi si vedrà. Ieri siamo stati bravi a fare tutto ciò per cui avevamo lavorato preparando il match e poi siamo stati capaci di spaccare la partita e portarla a casa. In questo gruppo noi veterani aiutiamo gli esordienti a inserirsi e in cambio stiamo ricevendo tanta energia e personalità. Non sono mai stato preoccupato per le mie percentuali di tiro, ho solo avuto qualche partita sotto i miei standard abituali ma ho sempre continuato ad aver fiducia nei miei mezzi, nei compagni e nello staff. Il resto viene da sè”.

Al capitano fa eco Marco Belinelli, il cui primo tempo celestiale ha spianato la strada verso il successo agli azzurri. La guardia italiana ha sottolineato l'importanza dell'impatto della panchina, prima di rimarcare la necessità di confermare quest'oggi le note liete: “Abbiamo preparato bene la partita, in campo abbiamo eseguito le consegne del coach e questo non è affatto banale o scontato. Tutti i ragazzi che sono stati chiamati in campo erano pronti dal punto di vista fisico e mentale ed esserlo anche in un palazzetto con più di 10.000 persone che ti tifano contro non è semplice. Vedo tanto cuore in questa squadra. Le amichevoli, soprattutto quelle in Grecia, ci hanno dato consapevolezza e anche ieri ho visto qualcosa che non si vede spesso, ovvero compagni di squadra pronti a sacrificarsi l’uno per l’altro per una buona difesa. Magari a livello individuale non saremo dei difensori eccellenti ma possiamo sopperire aiutandoci a vicenda. Ora piedi per terra e testa all’Ucraina, squadra fisica e test importante per noi per verificare la tenuta mentale vista contro Israele”.



Dai pretoriani ai nuovi arrivati, con Ariel Filloy che ha subito messo la sua impronta sulla Nazionale, firmando 12 punti di capitale importanza e dimostrato personalità e faccia tosta: “Abbiamo difeso molto bene e lasciato loro pochi rimbalzi muovendo bene la palla anche in attacco. All’inizio abbiamo perso qualche pallone di troppo ma alla fine ci siamo registrati. Quando sono arrivato in raduno non avevo molte aspettative, poi col passare dei giorni ho sentito sempre di più la fiducia del coach e dei compagni”. Impatto più che positivo anche per Paul Biligha, che non ha fatto rimpiangere l'uscita dal campo di Cusin nel primo quarto: "Contro Israele è stata un’ottima partita dal punto di vista del gioco espresso. Ognuno di noi ha rispettato le indicazioni del coach e alla fine è venuto fuori un esordio che neanche noi speravamo così positivo. Ho buone sensazioni da questo gruppo fatto di veterani ed esordienti. Quelli appena trascorsi con Messina sono stati 40 giorni intensi, nei quali ho imparato cose che mai avrei pensato di poter fare per migliorare ancora. Come muovere i piedi, come usare al meglio le braccia: tutte cose che con coach Messina sto cercando di affinare”.