Vince, senza convincere, l'Italia di Ettore Messina. Il successo finale sul modesto e coriaceo Montenegro non cancella i venti pessimi minuti iniziali degli azzurri, che pongono rimedio al primo tempo con la voglia e l'umiltà dei gregari: è il quintetto da combattimento del vice allenatore degli Spurs - Filloy, Aradori, Abass, Burns e Biligha - che cambia volto alla sfida, da entusiasmo e fiducia al resto della truppa che, nel finale, grazie al talento individuale di Marco Belinelli archivia la pratica montenegrina. Domani, nella seconda giornata del torneo francese, l'ostico Belgio.
Solito quintetto italiano con Hackett, Belinelli e Datome sul perimetro, mentre Melli e Cervi sono gli interni. Rice in cabina di regia per Tanjevic, Vucevic è il centro, mentre Sehovic, Radoncic e Barovic completano il quintetto base.
Avvio di partita tutto di marca Montenegro, Rice attacca immediatamente Hackett mettendolo in difficoltà ripetutamente, prima con l'assist per Vucevic, poi con il jumper dall'angolo. Rispondono Datome e Melli da tre, ma è difensivamente sulle zingarate del play del Barcellona che gli azzurri faticano eccessivamente (6-8, due falli per Hackett). Messina è costretto a porvi rimedio con Filloy e la fisicità del neo avellinese paga dazio, anche se l'esecuzione dei montenegrini mette costantemente in difficoltà le rotazioni italiche. Azzurri che in attacco riescono a trovare discreti tiri, tutti perimetrali, ma senza particolare precisione. Radoncic apre il campo con due triple di fila, alle quali l'Italia risponde con pazienza ed esecuzione: prima Pascolo, poi Belinelli, accorciano (14-15), ma sono un paio di perse di troppo che lanciano i nostri rivali. Il gancio di Dubljevic sigilla il primo quarto, con la squadra di Tanjevic che allunga fino al più 6 della prima sirena.
Il canestro, forzato, in avvio di Datome sembra scuotere l'Italia, che tuttavia omette la difesa sull'uno contro uno di Todorovic, il quale con cinque punti di fila allunga fino al massimo vantaggio (16-25). E' la difesa montenegrina a fare la differenza, in positivo, per i nostri avversari, che aggrediscono gli azzurri costringendoli a tiri quasi sempre fuori equilibrio e schema ed a soli due punti nei primi tre minuti di quarto. Belinelli fa gol dalla lunetta, tenendo a galla l'Italia, la tripla di Baldi Rossi riporta gli azzurri a contatto. L'inerzia della sfida tuttavia non cambia, con il Montenegro padrone della sfida fisicamente e mentalmente: Dubljevic e Vucevic allungano dalla lunetta legittimando il dominio a rimbalzo slavo (24-37). L'Italia perde ritmo, fiducia ed una serie lunghissima di palloni in attacco, Messina prova a correre ai ripari, ma all'intervallo è confermato il più 13 Montenegro grazie al gioco da tre punti di Rice.
La tripla, costruita degnamente, di Belinelli, apre la ripresa, ma le amnesie difensive azzurre non consentono agli italiani di accorciare ulteriormente (31-44). I falli offensivi di Cervi e Melli, quarto a testa, sono la perfetta fotografia delle difficoltà italiane a difesa schierata: poche idee e circolazione lentissima condizionano le scelte italiche, che dalla parte opposta, di pura frustrazione, reagiscono di conseguenza. Il Montenegro allunga dalla lunetta con Rice e Sehovic, prima dei canestri di Pascolo e Filloy che ridanno entusiasmo all'Italia (36-45). Gli slavi di Tanjevic non si disuniscono e, con Sehovic da tre, riprendono le redini dell'incontro. Gli azzurri tornano tuttavia in partita grazie ad un briciolo d'intensità difensiva e, la tripla di Hackett ed il canestro di Datome, confermano un minimo di cambiamento di atteggiamento mentale (43-48). Il ritorno in campo di Vucevic infonde tuttavia serenità all'attacco montenegrino, che ritrova punti e giocate fino alla tripla di Burns, quasi allo scadere, del 46-53 di fine terzo quarto.
Burns prova a metterci l'orgoglio - ed i liberi del -5 - in avvio di quarta frazione, trascinandosi sulle spalle il resto della squadra, mentre il Montenegro che inizia a sbagliare molti tiri aperti ben costruiti. La squadra di Tanjevic torna a cavalcare il post basso e la propria fisicità, ma la risposta azzurra è di livello e di presenza, prima in difesa e successivamente in attacco: la faccia dell'Italia cambia, il quintetto da combattimento funziona ed i cinque punti di fila di Aradori fissa il parziale di 10-0 che riporta gli azzurri sul 53 pari a cinque minuti dalla fine. Gli slavi non trovano più la via del canestro e la tripla di Belinelli vale il vantaggio azzurro (16 personali). L'Italia mostra il volto aggressivo nel momento decisivo, chiudendo l'area e firmando, con Datome ancora da tre, il massimo vantaggio (59-53).
La guardia ex Spurs fa e disfa, prima trova il più sette con un'invenzione da tre, poi commette una gravissima ingenuità concedendo gioco da tre punti ed intenzionale a Dubljevic (62-58). La squadra di Tanjevic resta in partita e Djurisic approfitta della rotazione lenta dell'Italia con la tripla del -1. L'Italia si affida alle certezze nel finale: Burns stoppa Dubljevic, Belinelli piazza la tripla del successo, prima dei liberi di Marco che fissano il punteggio sul 67-66 conclusivo.