Mercoledì 26 luglio sarà il giorno in cui la Juvecaserta conoscerà il suo primo giudizio. In quella data sarà infatti discusso il ricorso presentato dal club al CONI in cui si richiede l'annullamento della delibera della Fip che l'ha estromessa dalla Serie A lo scorso 14 luglio, richiedendo la riammissione al campionato 2017-2018.

Gli oggetti della questione sono due: una cartella esattoriale da 288mila euro che la Com.Te.C. ha conteggiato nella voce delle passività, mettendo nei guai il rapporto ricavi/indebitamento/patrimonio netto che il patron Raffaele Iavazzi afferma di aver sistemato il 4 luglio in accordo con l’Agenzia delle Entrate, e il lodo FIBA di Bobby Jones (ora parzialmente saldato) diventato esecutivo il 10 luglio, ultimo giorno indicato dalla Com.Te.C. per sanare eventuali pendenze, mentre la delibera 346 dell’11 aprile indica il 30 aprile il termine entro il quale non avere pendenze per l’ammissione alla stagione 2017-18. I ripescaggi della FIP, con Cremona in A e Bergamo in A2, resteranno sub judice all’esito dell’istanza presentata dalla Juve.

E’ comunque piuttosto difficile che il CONI possa ribaltare la decisione della FIP. La Com.Te.C contesta il bilancio alla data del 31 marzo, l’unico che porta a questo provvedimento, tenendo in considerazione la cartella incriminata. C’è un precedente che non è di buon auspicio: Capo d’Orlando nel 2008 che venne esclusa proprio per il mancato pagamento di una cartella esattoriale.  In caso di ricorso respinto il passo successivo dovrebbe essere il TAR del Lazio ma, oltre a non avere alcuna certezza di accoglimento delle proprie istanze, ci sarebbe il rischio di conoscere la sentenza a settembre inoltrato, a pochissimi giorni dall’inizio della stagione (che prenderà il via il 1 ottobre).

In caso di ricorso accolto, la Juve avrebbe comunque numerosi problemi logistici e facilmente individuabili come allestire la squadra, mettere in moto una preparazione come si deve e i tempi di ambientamento e conoscenza dei meccanismi di gioco da parte dei giocatori sarebbero davvero corti per poter partire alla pari con le altre componenti della massima serie. Ed intanto Giuri è tornato nel mirino di Brindisi, ma anche della Virtus Bologna, mentre Trento ha messo gli occhi su Arcidiacono.

Raffaele Iavazzi continua ad affermare che la questione legata alla cartella esattoriale la cui rottamazione era stata respinta in prima istanza sia una questione formale e non pratica. E paradossalmente Iavazzi si ritrova un “nemico” inaspettato, ossia il sindaco di Caserta Carlo Marino, che lunedì sera è andato da Malagò a Roma. Il primo cittadino del capoluogo di Terra di Lavoro sembra che abbia chiesto di ripartire da una serie inferiore alla A2 con altra denominazione di società. Una scelta che va controcorrente a quelle che sono le volontà di Iavazzi, che ha sempre dichiarato di volere solo la A1.

I “maligni” pensano che questa sia una mossa da parte del sindaco per poter “sistemare” la questione PalaVignola che necessiterebbe di lavori di restauro in vista delle Universiadi del 2019, ma ad ogni modo attendere un eventuale miracolo rischia di compromettere anche una possibile rinascita senza troppi danni. Perché in caso di ricorso respinto definitivamente, la Juve avrebbe pochissime chance di fare persino la A2 nonostante la questione del blasone della società e del bacino di utenza. I gironi di A2 e B sono stati già ratificati dal Consiglio Federale dello scorso 14 luglio, e la presenza di squadre riserva esclude la possibilità di inserire Caserta in luogo di domande di ripescaggio già pendenti. Insomma per la Juve sembrano non esserci vie di mezzo. O la A1 o la morte sportiva.