Dopo la prima parte di stagione scialba, pochi avrebbero dato credito ad una Trento così spenta. Un livello di gioco ancora non adeguato al sistema creato negli anni da Buscaglia e (probabilmente) qualche giocatore inadatto allo stesso, non stavano permettendo alla Dolomiti Energia di competere per i posti che contano in classifica.
La svolta avvenuta nella seconda parte di stagione con i nuovi innesti e nonostante gli infortuni è netta. 12-3 il record del girone di ritorno (il migliore del campionato) cui si aggiunge il 3-0 inflitto al Banco di Sardegna Sassari e 1-0 attuale contro l'EA7 Armani Milano. Una vittoria, quella maturata meno di 48 ore fa, che fa capire ancora maggiormente come Trento si sia messa a correre senza badare a chi si trova di fronte. Una rotazione di otto uomini che tiene testa per quaranta minuti ad una corazzata costruita per l'Eurolega e riesce a strappare il fattore campo, dimostra che la squadra intera ci crede. Crede in se stessa, nei propri compagni, nel proprio staff e in un sogno chiamato Scudetto.
Difficile invece parlare bene dei lombardi, parsi abulici e senza un'ideale di squadra. Milano nei primi mesi della stagione sembrava completamente un'altra squadra rispetto ad ora, più decisa e più incisiva, mentre in questo finale sembra spenta, in grado di affidarsi solamente a folate dei singoli (che per intenderci non mancano), ma senza creare un gioco di squadra che possa semplificare il lavoro. Un problema già emerso nella serie contro Capo d'Orlando e che si è riproposto nuovamente in gara 1.
IL FATTORE - Pressare sempre, asfissiare l'attacco avversario con contatti e raddoppi per far soffrire gli avversari nella parte offensiva e poi trovare canestri facili dall'altra parte del campo. E' praticamente un dogma del gioco di coach Buscaglia, che grazie a questo sistema ha costruito le vittorie delle ultime stagioni a Trento. Squadre senza un centro di ruolo vero, ma molto atletiche per correre in campo e recuperare più palloni possibili. Il dato relativo ai canestri da 2 dimostra come Trento abbia saputo sfruttare queste situazioni al meglio. 20/40 da 2 per i lombardi, contro il 29/48 dell'Aquila, che ha saputo sopperire alla mancanza di soluzioni da dietro l'arco (solo 3/16) infliggendo una sconfitta per 66-76. Nel primo quarto, come evidenziato da coach Repesa, Milano aveva interpretato al meglio la partita mettendo in difficoltà i trentini, ma poi si è disunita e complice un Dustin Hogue in giornata di grazia ha ceduto di schianto. Non è bastato infatti l'importante apporto di Kaleb Tarczewski, che a sorpresa si è rivelato il migliore dei suoi.
ULTIMA FERMATA? - La serie è lunga ma una sconfitta anche in Gara 2 potrebbe inaspettatamente segnare la fine della stagione per Milano? Probabilmente no però sicuramente le cose diventerebbero molto complicate, soprattutto visto che l'entusiasmo a Trento è alle stelle e praticamente sia gara 3 che gara 4 sono già sold out. Importante per cui per i lombardi è impattare la serie stasera per non dover giocarsi il tutto per tutto lontano da casa e rischiare di subire una cocente sconfitta che potrebbe portare ad una rivoluzione nello staff.
LE PAROLE - Entusiasti i giocatori di Trento in seguito alla vittoria in gara 1, ma non ancora sazi e pronti a lottare su ogni pallone.
Aaron Craft (Playmaker Dolomiti Energia Trentino): "In Gara 1 siamo stati bravi a reagire nel modo giusto ad una partenza difficile, entrando emotivamente nella serie senza farci prendere troppo dalla preoccupazione perché le cose non erano iniziate nel modo giusto. Avevamo messo in conto che potesse esserci tanta tensione in noi data l'importanza dell'appuntamento, e pur avendo commesso diversi errori non normali per la nostra squadra abbiamo accettato la cosa, superandola un passo alla volta, aggrappandoci alle nostre caratteristiche difensive per entrare in ritmo. Abbiamo vinto la partita pur avendo tirato male da tre punti, e questa è una buona notizia per noi date le loro scelte difensive, tese più a intasare l'area che a uscire forte sui nostri tiratori. Non possiamo però sperare di poter vincere molte altre gare nella serie con percentuali così basse da fuori, quindi questo è un aspetto su cui certamente dovremo fare meglio. Detto questo, ripartiremo dal tipo di partita che abbiamo fatto ieri, consapevoli che Milano farà degli aggiustamenti che non potremo prevedere, ma a cui dovremo dimostrarci pronti a reagire".
Diego Flaccadori (Guardia Dolomiti Energia Trentino): "In Gara 1 abbiamo fatto una partita di grande intensità e applicazione per tutto l'arco dei 40 minuti, riuscendo ancora una volta a trovare il nostro ritmo in attacco partendo dalla nostra difesa. Mettendo tanta pressione abbiamo forzato Milano a perdere 21 palloni, davvero tanti, e questo ci ha permesso di correre bene in campo aperto e guadagnarci così tanti punti facili in contropiede. Domani ci aspetta una gara tostissima: l'EA7 farà di tutto per non andare sotto 2-0 nella serie e quindi dovremo farci trovare pronti ad un match duro, in cui la sfida per noi sarà quella di riuscire comunque a imporre la nostra aggressività difensiva per trovare punti in transizione".
Andrea Cinciarini (play e capitano dell'EA7 Milano): "Non penso che serviranno particolari accorgimenti, ma dovremo mettere su ogni pallone quella voglia che avevano i trentini. Nel primo quarto l’abbiamo fatto e siamo stati molto superiori, poi nella restante parte della partita no. E’ inaccettabile non avere quella voglia lì in una semifinale. Spero sia stato un altro schiaffone, che ci faccia bene”