Le Final Four della Turkish Airlines Euroleague sono iniziate con una vittoria clamorosa da parte dell’Olympiacos. La squadra di Ioannis Sfairopoulos è riuscita a vincere nonostante sia stata sotto nel punteggio per la maggior parte del tempo: il CSKA Mosca ha passato 37 minuti con la testa avanti nel punteggio, senza mai riuscire a chiudere la partita e lasciandosi rimontare proprio nei minuti finali del quarto quarto, quando Spanoulis è finalmente entrato in partita.

Proprio la prestazione del play greco è l’indice per valutare quanto accaduto nella prima semifinale delle F4: Spanoulis, al contrario di quanto fatto da Teodosic e De Colo dall’altra parte, è stato praticamente un fantasma per tre quarti e mezzo, prima di entrare in partita e vincere una sfida che il CSKA non è riuscito a chiudere anzitempo. La differenza di approccio e di prestazione tra il buon Vassilis e il duo di Itoudis ha fatto tanto discutere. Le partite dei due giocatori del CSKA, se decontestualizzate, non possono che essere definite ottime sotto tutti i punti di vista: 16 punti per il francese, con 5/11 da due e 6/6 dalla lunetta ma anche con 0/3 dalla lunga distanza; il serbo ha chiuso invece con 23 punti, 2/5 dal campo ma 7/9 dalla lunetta e soprattutto 4/8 dai tre punti.

Messa così quindi, sebbene ci sia qualche dato per cui si può storcere il naso, non si potrebbe dire che i due abbiano giocato male, anzi, tutto il contrario. Eppure, se il CSKA non ha la possibilità di confermarsi campione d’Europa, buona parte di colpa è anche, se non soprattutto, loro. Sì, perché tutti i numeri sciorinati sono frutto solo di un primo tempo giocato a livelli altissimi da entrambi, in cui sia De Colo che Teodosic sono stati gli artefici del vantaggio dei russi. Nei primi due quarti, la difesa dell’Olympiacos ha sempre fatto enorme fatica a leggere le scelte delle due star di Itoudis, il che ha permesso loro di fare il bello ed il cattivo tempo. Tanto per capire meglio, all’intervallo lungo i due hanno chiuso con 10 e 15 punti, rispettivamente De Colo e Teodosic. Alla luce però dei numeri finali, è chiaro ed evidente che ci sia stato praticamente un black out nel secondo tempo.

Il francese ha piazzato gli altri sei punti nel corso del solo terzo periodo, segnandone quattro subito in apertura e gli ultimi due a metà del quarto periodo. Troppo, troppo poco per un giocatore che in questa Eurolega ha viaggiato a 19.3 punti di media in regular season e 14 nella serie contro il Baskonia ma con un minutaggio decisamente più basso (23 minuti di media contro gli spagnoli a fronte dei quasi 33 giocati contro i greci). 

Ma se per l’ex giocatore NBA si può fare un discorso esclusivamente, o quasi, legato ai punti segnati, per uno dei playmaker più forti del torneo il discorso è decisamente più ampio: oltre al discorso punti infatti – solo 8 segnati tra terzo e quarto quarto – c’è da prendere in considerazione la statistica più importante del tabellino del serbo. Alla voce assist, il numero segnato è appena 1 per il miglior passatore d’Europa. Un dato che fa riflettere tantissimo sulla partita giocata da Teodisic, incapace di mettere in ritmo i suoi compagni per tutti i 40 minuti.

Ciò che però lascia ulteriormente a bocca aperta sono anche un paio di scelte tutt’altro che convincenti del numero 4 del CSKA. La conduzione della partita, ad esempio, non è stata quella di chi volesse chiudere ed uccidere il match, ma di uno che fosse così tanto consapevole della propria superiorità da potersi permettere di viaggiare sul filo del rasoio. Questo modo di fare ha però permesso all’Olympiacos di rimanere sempre in partita e, alla fine, di vincerla e portarsi in finale. Inoltre, c’è anche uno specifico momento del match in cui Milos avrebbe potuto e dovuto fare diversamente: a 8 secondi dalla fine, con il punteggio sul 77 – 79, il play dei russi ha preso una tripla in transizione senza che alcun compagno fosse sotto il canestro per prendere il rimbalzo. Una scelta totalmente folle, considerato punteggio e cronometro, che, se fatta invece diversamente, avrebbe potuto portare la partita all’overtime o anche alla vittoria.

È chiaro a questo punto che il CSKA debba a lungo riflettere su questo risultato: la squadra, che è di primissimo livello, dovrà forse essere leggermente modificata anche in virtù della più che probabile partenza proprio di Teodisic; il play serbo, a meno di clamorosi dietro front, non dovrebbe rimanere in Russia l’anno prossimo ma dovrebbe spostarsi dall’altro lato dell’oceano dove una tra Sacramento, Memphis, Houston e San Antonio potrebbero accaparrarsi il suo talento.