Amici nella vita, rivali per una notte. Zelimir Obradovic da una parte, forte della sua esperienza e delle sue certezze; Dimitris Itoudis dall'altra, forte della lunghezza del suo roster e dell'insegnamento fornitogli dal maestro nella lunga militanza sulla panchina del Panathinaikos. Già, la storia della finale è questa: il praticantato del quarantacinquenne greco svolto sotto l'ala protrettrice del santone serbo lungo i tredici anni vissuti sulla panchina del Panathinaikos. Una amicizia fraterna, un rapporto ben più stretto del semplice rapporto di lavoro.
Obradovic ed Itoudis si conoscono a menadito e domani sera si sfideranno, da rivali, per la conquista dell'ambito trofeo, che rappresenterebbe il primo per il giovane ellenico, l'ennesimo, il nono, per Obradovic, assente dal gradino più alto del podio dal lontano 2011. Paradossale, tuttavia, rispetto al palmares dei due allenatori, che entrando in finale siano i russi la squadra maggiormente abituata a vincere, mentre i turchi saranno alla prima finale della loro giovane storia. La sfida tra CSKA e Fenerbahce è quella più attesa dall'inizio della competizione e, a ventiquattro ore dalla palla a due, nella consueta conferenza stampa pre-gara, i due protagonisti hanno analizzato i rispettivi cammini fino all'atto conclusivo e, in parte, anche guardato alla sfida di domani.
Si parte dalle parole di Obradovic, tecnico dei turchi che a poche ore di distanza dal successo sul Laboral, sofferto, è tornato sul finale di gara e sull'importanza di essere parte della storia del basket turco: "Sono davvero felice di essere il primo nella storia a portare una squadra turca in finale di Eurolega. Giochiamo contro una squadra che tutti hanno accreditato con i favori del pronostico dal primo giorno di questa stagione. Giocano un basket eccellente, hanno qualità individuali ma giocano davvero bene coralmente. Mi aspetto una gara difficile come quella di ieri contro il Laboral. Tornando a ieri, Bogdanovic ha dormito per tutta la durata della gara, per fortuna si è svegliato nel momento cruciale. Domani dovremmo fare qualcosa per farlo svegliare in tempo (ride n.d.r.). Il nostro approccio alla gara è stato buono, ma il loro ritorno è stato di livello assoluto. Bourousis ha giocato una gara splendida. In vista di domani sto provando a far rilassare la squadra e preparare tutto al meglio in vista di domani sera".
Inevitabile, successivamente, guardare alla sfida contro Itoudis: "Ne abbiamo parlato ad inizio stagione, che ci saremmo potuti incontrare in finale. Sono contento siamo arrivati entrambe fino a qui, tutti e due abbiamo giocato gara per gare ed è emozionante ritrovarci contro nell'atto finale. Ciò nonostante proveremo a raggiungere l'obiettivo che ci siamo prefissati ad inizio stagione: vincere. Ci sarà una bella differenza in campo, perché loro sono abituati, avendo giocato 13 Final Four negli ultimi 14 anni, mentre noi saremo alla prima finale di sempre. Questo è un dato, tuttavia ognuno ha il dovere di crederci e di sognare la vittoria, di giocare e provare a fare il massimo per raggiungere il successo".
Infine, l'analisi si sposta tra le altre cose su come fermare De Colo e Teodosic. Queste le contromisure che adotterà il tecnico serbo: "Sappiamo che entrambe le cose saranno difficili. Nando è l'MVP della manifestazione, mentre Milos dimostra giorno dopo giorno che può essere decisivo segnando e non. Ha giocato per la squadra, ha fatto sei assist decisivi controllando comunque la gara senza segnare. Sono due giocatori fortissimi e sarà difficile riuscire a fermarli. Dobbiamo essere bravi a capire che non sarà una questione di uno contro uno bensì di cinque contro cinque, di squadra. Non importa se Bogdanovic o Kalinic difenderanno su di loro. Giocano un basket corale, non fatto di singoli, per questo sono in finale".
Sull'altra sponda, parola a coach Itoudis, che inizia la sua conferenza parlando del rapporto con Obradovic, anche se dribbla bene la domanda: "Ciò che è successo in passato resta nella storia, ora devo solo fare i complimenti al Fenerbahce per essere arrivati in finale in due anni. Per quanto mi riguarda posso solo parlare del CSKA e di aver raggiunto la Final Four per la seconda volta in due anni. Non mi interessa il passato, siamo qui per scrivere una pagina di storia. Dovremmo essere concentrati e determinati per vincere. Il Fenerbahce? Ha tutto, hanno stazza, esperienza, giocatori in grado di fare la differenza sul perimetro come sotto canestro, hanno tutto. In una finale non contano i trofei vinti in passato, solo la voglia che hai di vincere. Noi vogliamo la gloria".
Riguardo la sfida di domani, invece, il tecnico greco si sbottona maggiormente, guardando ai fattori tattici, ed individuali, che potrebbero deciderla: "Durante l'intero arco della stagione il Fenerbahce si è dimostrato una squadra camaleontica. Sono capaci di adattarsi a qualsiasi avversaria e cambiare qualcosa in corso d'opera anche durante le stesse gare. Così come sostiene Zeljko, il basket come la vita ti offre differenti risposte, e devi essere pronto a rovistare nella spazzatura della gara come a cambiare atteggiamento e reagire differentemente in base agli eventi che condizionano la gara. Sono capaci di cambiare su tutte le situazioni difensive, di giocare internamente come sugli esterni, possono giocare con cinque piccoli o con tre lunghi: insomma è una squadra di livello assoluto e completo. Sicuramente sarà una sfida difficile da risolvere per noi, ma sarà questa una delle chiavi della gara". Infine, una battuta su Veselj, recuperato in extremis da Obradovic che potrebbe essere un fattore domani sera: "E' un giocatore pazzesco, capace di giocare in uno contro uno da solo o saper sfruttare al meglio le iniziative di Sloukas, Dixon o Bogdanovic. E' uno di quei giocatori che Zeljko predilige nella costruzione della squadra, per provare ad esprimere al meglio la sua filosofia di pallacanestro".