Houston, abbiamo un problema. Lo sappiamo, cominciare così un pezzo sui problemi degli Houston Rockets è davvero banale, ma mai come in questo caso la celebre frase della NASA è azzeccata. Sì, perché con l'ormai ufficiale eliminazione dai playoff NBA, la squadra del Texas deve cominciare a pensare all'anno che verrà e, di conseguenza, alle decisioni da prendere.

Una su tutte riguarda Dwight Howard, anche se, a dire il vero, la decisione la prenderà lui. Perché il contratto del centro ex Lakers e Magic scade proprio quest'anno ma il buon Dwight avrebbe la possibilità di esercitare una player option che gli farebbe guadagnare più di 23 milioni di dollari. Non proprio noccioline. Eppure, stando già ai numerosi rumors, Howard parrebbe intenzionato a non esercitare tale opzione: vuoi per il feeling mai sbocciato con James Harden, vuoi per un livello di competitività mai troppo alto, il centro sta già cercando una nuova casa. E, stando proprio ai rumors, Bucks, Hornets, Blazers e incredibilmente i Magic sono le squadre favorite ad accaparrarsi il centro.

A questo punto però, i Rockets avrebbero un gran bel problema. Andato via Howard, con tutti gli aspetti positivi e negativi della cosa, rimane un posto vacante da riempire. E se si vuol puntare al titolo, non si può riempire con Capela, sebbene lo svizzero abbia mostrato già un grande potenziale. Bisogna a questo punto trovare un centro di primissimo livello, che possa fare la differenza in una Western Conference che dovrebbe tornare ad essere mostruosamente competitiva. 

Al momento però ci siamo concentrati esclusivamente sul “problema Howard”, non considerando le enormi carenze di gioco e di chimica della squadra, che andrebbero risolte con l'innesto di un allenatore, non ce ne voglia Bj Bickerstaff, maggiormente carismatico. Ed inoltre, bisognerebbe anche accettare la mancanza di leadership di Harden, incapace di prendersi emotivamente e psicologicamente la squadra sulle spalle. Che fare quindi? Continuare a puntare al titolo in questo modo è impensabile, e considerati i tanti se e i tanti ma, la dirigenza dei Rockets deve cominciare a riflettere se è il caso di muoversi in maniera massiccia quest'estate, mantenendo al centro del progetto il “barba”, oppure se affiancargli un giocatore che possa ridurgli la mole di gioco e, al contempo, che sappia “gestire” lo spogliatoio.