La stoppata di Datome a Carroll, nella serie tra Real Madrid e Fenerbahce appena vinta dai turchi, è uno degli highlights dell' Eurolega 2015/2016. Competizione in cui Datome è tornato a sentirsi protagonista dopo un paio di stagioni difficili in NBA. Il passato, però, è ormai alle spalle e il capitano della Nazionale è pronto per la Final Four di Berlino.
Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, Datome racconta così la sua annata: "E' una grande soddisfazione, ma va detto che non abbiamo fatto ancora niente. Siamo a due vittorie dalla conquista dell’Eurolega ma appunto ora queste due gare bisogna vincerle. Sono contento perché quando ho firmato per il Fenerbahçe speravo di disputare una stagione così, avendo anche delle responsabilità di un certo peso. Un’annata con Obradovic viene tradotta in un clinic quotidiano di grande pallacanestro. Sto bene e sono più le volte che mi chiama Gigi invece di mister Datome. Ecco, quando si rivolge con mister Datome vuol dire che è incavolato nero e me ne deve dire quattro..."
Il gruppo in cui si trova quest'anno gli ricorda quello di Roma nel 2013: "Siamo andati a festeggiare in discoteca fino a tardi nell’isolato dell’hotel dove eravamo alloggiati. Ha fatto una comparsata pure lui, sapeva dove eravamo ed è venuto a salutarci. Siamo un grande gruppo, mi ricorda molto quello di Roma quando nel 2013 giocammo la finale scudetto. Il livello morale è alto."
La mente è già rivolta alla prossima avversaria in Eurolega: "Il Vitoria? Squadra tostissima, con Bourousis tornato su livelli pazzeschi. Noi dovremo sfruttare il fatto che a Berlino giocheremo in casa: i biglietti sono andati per il 70% in mano ai nostri tifosi, lì c’è una enorme comunità turca." Datome guarda avanti, nessuna voglia di pensare a quello che è stato: "Il tempo in cui non ho giocato non me lo darà indietro nessuno, però non ho rimpianti. Di sicuro, ho sempre voluto giocare l’Eurolega ad altissimi livelli, quei livelli che mi capitava di vedere solo in tv. Un po’ di invidia la avevo, non lo nego. Ora ci sono anche io, finalmente."