Alla fine vince il Fenerbahce. Come spesso accade in questa lunga stagione di Eurolega, fatta di tantissimi alti e pochi bassi da parte della squadra turca, Obradovic ed i suoi portano a casa il successo al termine di una gara si controllata ampiamente dal primo minuto all'ultimo, ma che nel terzo quarto aveva dato non poche noie ai padroni di casa, rei probabilmente di aver staccato la spina della concentrazione fin troppo in anticipo.

Tuttavia, dalla gara uno del quarto di finale tra turchi e iberici il Fenerbahce ne esce ancora una volta rafforzato nelle certezze e nel suo gioco. Quasi scontato parlare del talento di una squadra dal potenziale offensivo quasi illimitato, ma ciò che sorprende ancora una volta è stata la capacità di limitare i danni nella metà campo difensiva, da sempre tarlo principale della compagine di Istanbul. Se sarà la volta buona per i giallo-neri lo si scoprirà nei prossimi giorni, ma la prima risposta dei turchi è di quelle di prestigio assoluto.

Tanti gli indizi mandati al resto del plotone durante la stagione, quando Datome e compagni hanno dimostrato di essere squadra sia ambiziosa che quadrata, ritrovatasi rispetto alle ultime versioni che guardavano maggiormente alle individualità che al gruppo ed allo spirito di sacrificio. Ed allora sono arrivate vittorie a ripetizione, con un gruppo capace di portare a casa partite sia dal punteggio bassissimo che diametralmente opposto. Non solo. Il santone Zelimir Obradovic ha plasmato la squadra a sua immagine e somiglianza, talentuosa nelle mani ma battagliera nell'animo, elevando esponenzialmente la qualità del reparto arretrato della squadra, da sempre tallone d'Achille che non ha permesso alle vespe di raggiungere traguardi ben più prestigiosi.

Zelimir Obradovic, allenatore del Fenerbahce | Euroleague.net
Zelimir Obradovic, allenatore del Fenerbahce | Euroleague.net

La dimostrazione forse ultima e definitiva, che attesta i turchi come papabili al trono finale, arriva dalla gara 1 di ieri, dominata nella prima metà soprattutto difensivamente, quando Sloukas e compagni hanno costretto il Real a mettere a referto soltanto 29 punti (11 dei quali nel primo periodo). Fisiologico il calo nel terzo periodo, quando le cose sembravano peggiorare grazie al ritorno degli spagnoli. Niente paura, la quadratura ed il messaggio ultimo arrivano proprio nel momento di maggiore difficoltà: Udoh chiude a doppia mandata l'area, Sloukas e Bogdanovic pennellano in attacco e l'Arena indemoniata di Istanbul fa il resto irretendo le velleità di rimonta della squadra di Laso.

Se due indizi fanno una prova, questo Fenerbahce è destinato a giocarsi l'Eurolega fino all'ultimo secondo, a patto però che le pause all'interno della gara stessa vengano limitate ulteriormente.