Domenica 22 Novembre 2015, una data che rimarrà nella storia del basket a stelle e striscie e in quella dei Golden State Warriors, che sconfiggendo i Denver Nuggets di Danilo Gallinari con il punteggio di 118-105 hanno eguagliato il record di 15-0 posseduto da altre due squadre, i Washington Capitals 1948-49 e gli Houston Rockets 1993-94. E allora andiamo alla scoperta delle due imprese che al momento convivono insieme a quella dei Warriors nel libro dei record della NBA.

Bob Feerick, uno dei fari dei Washington Capitols edizione 1948-49. Fonte foto: wizardsextreme.com

La prima streak che andiamo ad analizzare è quella dei Washington Capitals edizione 1948-49, club che per primo incise il proprio nome sugli annali del NBA per questo singolare record. Andando a rovistare tra la storia della lega cestistica più famosa del mondo apriamo il capitolo riguardante la BAA, denominazione della NBA ai suoi albori. Allora le squadre erano molte meno e la regular season durava appena 60 partite; tra quelle franchigie c'erano i Washington Capitols di un giovane Red Auerbach, che più avanti inciderà il suo nome nella storia dei Boston Celtics vincendo ben nove titoli (otto consecutivi tra il '59 e il '66). La streak ha inizio il 3 Novembre del 1948, quando i Capitols sconfiggono i Philadelphia Warriors con il punteggio di 77-70 e grazie ai 17 punti messi a referto dal duo Bones McKinney (successivamente da allenatore portò Wake Forest University alle Final Four)-Kleggie Hermsen (fresco campione con la maglia dei Baltimore Bullets). Il giorno dopo arriva già il primo brivido, infatti Washington vede quasi sfumare la sua streak sul campo dei Providence Steam Rollers, che si arrendono solo dopo 3 (tre!) overtime sul punteggio di 99-95; decisivi i 22 punti messi a referto dalla guardia Bob Feerick, poi personal coach di un certo Wilt Chamberlain nella stagione '62-'63. Dopo le vittorie contro i Minneapolis Lakers (67-62) e i Rochester Royals (73-66), l'11 Novembre arriva il colpo grosso (che porta il record sul 5-0) contro i campioni in carica dei Baltimore Bullets, i quali si devono arrendere sul punteggio di 70-68 e al cospetto delle grandi prove del solito duo McKinney (autore di 15 punti)-Feerick (13 per lui) e dell'ottimo Fred Scolari (autore di altri 14 punti e noto per la sua strana costruzione del tiro, infatti la sua fase di caricamento partiva dall'anca). Da qui in poi si apre un super momento positivo che porta i Capitols a chiudere il mese di Novembre sul record di ben 12 partite vinte e zero perse. Nell'ordine a cadere sono Fort Wayne, New York, Boston, Rochester, ancora Boston, Philadelphia ed Indianapolis. Il mese di Dicembre sulla falsa riga di quello precedente, infatti i Capitols iniziano alla grande ed escono con due vittorie pesanti dal back-to-back contro i Providence Steam Rollers. Il primo match si conclude con una vittoria per 75-63 (16 punti per Feelick e McKinney), mentre il secondo con un'altra win con il punteggio di 66-61, dove non bastano ai Rollers i 24 punti di Kenny Sailors (volto celebre dell'università di Wyoming per il titolo NCAA vinto nel 1943). L'ultima vittoria della streak arriva ancora contro i campioni di Baltimore, che devono arrendersi per la seconda volta in stagione sul risicato punteggio di 83-82; decisivi i 21 punti di McKinney e i 16 messi a referto da Feerick. Dopo una marcia incredibile Washington torna sulla terra il 7 Dicembre, quando gli Indianapolis Jets infliggono la prima sconfitta stagionale ai Capitols con un sontuoso 78-94 e grazie alle due prestazioni eccezionali di Ray Lumpp (allora rookie proveniente da New York University) e Bruce Hale (media di circa 9 punti in carriera), autori rispettivamente di 26 e 23 punti. In quella stagione Washington con il record di 38-22 (terzo migliore della lega) e raggiunse anche le Finals, dove però venne sconfitta dai Minneapolis Lakers con il risultato di 4-2.

Hakeem Olajuwon, giocatore chiave degli Houston Rockets del biennio d'oro. Fonte foto: Allsport/Getty Images.

Il secondo club a incidere il suo nome in questo record sono stati gli Houston Rockets della stagione 1993-94, dove il team di un certo Hakeem "The Dream" Olajuwon si apprestava a cominciare il suo biennio d'oro tra il dominio dei Bulls di "His Airness" Michael Jordan (il quale in quel periodo si prese una pausa e si diede al baseball); e quale modo migliore se non iniziare con una bella serie iniziale di 15 vittorie. La streak ha inizio con la vittoria esterna per 110-88 contro i New Jersey Nets, i quali si devono arrendere davanti alla devastante doppia-doppia di Hakeem Olajuwon (24 punti e 19 rimbalzi), a quella di Otis Thorpe (15 punti più 10 rimbalzi) e ai 18 punti di Robert Horry. Dopo l'opening night i Rockets continuano a viaggiare di centello in centello e arrivano ad un comodo record di quattro vinte e zero perse: a cadere sotto i colpi di Houston sono rispettivamente Portland (106-92), Golden State (102-93) e Minnesota (107-99). In tutto ciò Olajuwon ci mette la firma con una media di 32 punti (l'high-score sono i 36 messi a referto contro Minnesota) e 13 rimbalzi (miglior prestazione sempre contro i Timberwolves con 17 rebounds). La striscia vincente continua con le quattro vittorie collezionate tra il 13 e il 18 Novembre, dove i Rockets mettono nel sacco tre colpi interni e due win in trasferta: le tre vittorie casalinghe arrivano contro Philadelphia (88-84 e dove fa notizia la prestazione di Olajuwon, che mette a segno 21 punti ma non va in doppia-doppia), New Jersey (90-84 con il "ritorno" di Olajuwon, autore dell'ennesima grande prova da 20 punti e 19 rimbalzi) e Indiana (99-83 con la leadership di Thorpe, doppia-doppia da 24 punti e 11 rimbalzi). Le vittorie esterne, invece, arrivano nei match contro i Phoenix Suns di Charles Barkley (29 punti e 11 rimbalzi nell'occasione), sconfitti con il punteggio di 99-95 e caduti sotto i colpi di un super Olajuwon (che risponde a Barkley con la consueta doppia-doppia da 24 punti e 16 rimbalzi), e i Los Angeles Clippers, battuti con un sontuoso 108-86. Ma le grandi imprese arrivano nel back-to-back programmato tra il 23 e il 24 Novembre: infatti qui i Rockets danno saggio della propria forza battendo prima i campioni in carica dei Chicago Bulls con il punteggio di 100-93 (Olajuwon dà spettacolo con una prova da 28 punti e 10 rimbalzi) e poi gli Utah Jazz del duo Stockton-Malone (autori di 48 dei 93 punti totali) con il punteggio di 95-93 dopo un overtime; da segnalare il solito show di Olajuwon, autore di 29 punti e 17 rimbalzi. Successivamente il cammino scorre liscio sino al 14-0, record raggiunto grazie ad altre tre vittorie ottenute contro Sacramento (92-89), Los Angeles Clippers (82-80) e Milwaukee Bucks (102-91). L'ultima vittoria della storica streak arriva il 2 Dicembre, quando Olajuwon & co espugnano il Madison Square Garden battendo i Knicks con il punteggio di 94-85 e grazie alla super prova di Hakeem "The Dream" da 37 punti e 13 rimbalzi. Ma proprio quando ormai i Rockets sembrano "unstoppable" ci pensano gli Atlanta Hawks a riportare gli alieni sulla terra sconfiggendoli a domicilio con l'incredibile punteggio di 133-111 (senza Overtime). A guidare i padroni di casa alla vittoria sono Dominque Wilkins con 27 punti e Mookie Blaylock con altri 28, mentre a Houston non bastano i 26 di Maxwell più i 19 di Horry, da segnalare un Olajuwon "sottotono" da 17 punti e 7 rimbalzi. In quella stagione Houston chiude la stagione regolare sul record di 58-24 mentre ai playoff prima elimina Portland (3-1), Phoenix (4-3) e Utah (4-1), e poi vince l'anello sconfiggendo New York dopo 7 gare estenuanti e in rimonta.

Due record imponenti che però potrebbero essere sgretolati dagli spettacolari Warriors dell'alieno Stephen Curry nella nottata di mercoledì (appuntamento alle 4:30 italiane contro i Los Angeles Lakers), quando potremmo iniziare a parlare di una delle squadre più dominanti della storia della lega americana.