Il primo ostacolo è superato, il girone infernale di Berlino alle spalle, ora è Lille la nuova frontiera degli Europei di pallacanestro 2015. La nazionale azzurra ha chiuso terza il suo raggruppamento, dopo le montagne russe delle sfide con Turchia, Islanda, Spagna, Germania e Serbia, regalandosi un ottavo di finale comunque ostico contro Israele, in programma domenica in Francia alle ore 18.30. Proprio il match contro i ragazzi di Djordjevic ha mostrato come l'ItalBasket necessiti sempre di prestazioni al 100% dal punto di vista dell'intensità e della concentrazione per essere competitiva anche contro le squadre più attrezzate del continente. In una sfida che aveva il sapore dell'amichevole di lusso, coach Pianigiani ha lasciato a riposo precauzionale Marco Belinelli, per poi risparmiare i suoi titolari quando la partita era scappata di mano a causa della furia di Milos Teodosic e compagni.

Al di là delle difficoltà incontrate nel difendere contro una corazzata come la Serbia (101 punti concessi), il primo pomeriggio della Mercedes Benz Arena ha evidenziato l'importanza di Belinelli nel quintetto azzurro. Unica guardia di talento e personalità, il Beli è fondamentale nel tirare fuori i suoi dalle secche di un attacco che ogni tanto tende a fermarsi, affidandosi all'estro del fenomenale Gallinari di questo Europeo. Triple a parte, Belinelli offre una lettura del pick and roll più incisiva di quella proposta da Cinciarini e Hackett, ancora troppo sotto certi standard per le esigenze degli azzurri. Ma la prima fase di Berlino restituisce ai tifosi italiano un Andrea Bargnani rinvigorito dal recupero del ruolo di titolare, attivo in difesa e produttivo in attacco, ad eccezione delle solite pecche nella gestione del pick and roll avversario. Detto dei tre giocatori Nba, l'assenza di capitan Datome ha sicuramente giovato ad Alessandro Gentile, sul campo con continuità e sempre più a suo agio nella parte di ago della bilancia negli equilibri di squadra. Recuperati alla causa anche i vari Aradori, Cusin e Melli, Pianigiani può dunque essere soddisfatto dell'esito della prima fase di Euro 2015, con le due vittorie con Spagna e Germania a costituire il fiore all'occhiello della sua gestione.

Ma da domenica a Lille il panorama tecnico e psicologico muterà nuovamente. Israele non ha forse tra le sue fila i campioni già affrontati (Ilyasova, Osman, Gasol, Schroder, Nowitzki, Teodosic e Bjelica tanto per citarne alcuni), ma dispone di un collettivo collaudato e di una buona organizzazione di gioco. Inoltre si inizia a competere in quelle che nei playoff Nba sono note come elimination games, partite senza un domani (win or go home, per intenderci), in cui non ci sarà la prospettiva di un match successivo attraverso il quale provare a rimettere le cose a posto in caso di sconfitta. Tutto o niente, dunque. E' una variazione sul tema da non sottovalutare, perchè se è vero che gli azzurri arrivano a Lille forti dell'esperienza del girone di ferro in quel di Berlino, è altrettanto indubbio che i quaranta minuti senza margine di errore sono tutt'altra specialità con cui confrontarsi. In questo contesto diviene ancor più importante la leadership di Danilo Gallinari e Marco Belinelli, i più esperti tra gli azzurri di partite di questo tipo. Tra i vari dettagli da curare c'è poi quello relativo ai falli, spesi generalmente troppo presto in ogni quarto di gara. Il metro arbitrale è a dir poco fiscale, ma sarà necessario fare buon viso a cattivo gioco per non esserne penalizzati. Lasciatisi (per il momento) alle spalle gli incubi rappresentati dai vari Dixon, Teodosic e Schroder, occorrerà poi proseguire nell'applicazione difensiva mostrata a sprazzi nelle ultime sfide del girone, cercando di migliorare anche la presenza sotto i tabelloni.

La prima parte della missione continentale è compiuta, per realizzare la seconda basterà intanto ricordarsi che Lille non è Berlino, e non solo perchè a separarle ci sono più di ottocento chilometri di distanza.