La solita Italia a due facce, la solita Italia che ci fa soffrire fino alla fine. Stavolta però l'epilogo non ci sorride, e il nostro Europeo finisce con una doccia fredda per certi versi che ci siamo cercati e meritati. La Turchia passa alla Mercedes-Benz Arena di Berlino, batte gli azzurri di sole due lunghezze, un 87-89 tutto da interpretare, ma che rappresenta una sconfitta di una pesantezza incredibile. Un'Italia che mostra la sua faccia buona in attacco, come sempre, trascinata da un Danilo Gallinari irreale, da 33 punti e con due soli errori al tiro (considerando anche i liberi, anche se uno costa caro), un'Italia che tira con il 65% da due punti. Ma perde, perchè nella sua metà campo non gioca, non difende come dovrebbe.

Già nel primo quarto arrivano le prime avvisaglie, perchè i turchi banchettano contro la difesa messa in campo da Pianigiani, tutto fuorchè solida. Dopo 10 minuti siamo già doppiati, merito di un Guler che smazza cinque assist solamente in meno di 7 minuti (chiuderà con 9 punti e 9 assist), e di un Ilyasova che comincia sugli scudi, segnando a ripetizione e in ogni modo, mettendo in mostra tutte le lacune di una difesa azzurra che fatica. Cusin in campo, partito in quintetto a sorpresa, dura pochissimo tempo, Cinciarini poco di più ma fatica incredibilmente a contenere Bobbi Dixon, o per meglio dire, Ali Muhammad, il playmaker americano naturalizzato, che tira malissimo ma regala anche lui nove assist.

C'è un solo uomo che può risollevare questa Nazionale ammutolita, porta l'8 sulla schiena e arriva da Graffignana: Danilo Gallinari di forza trascina gli azzurri fino al -9, in una partita a dir poco irreale, chiusa con il career high di 33 punti in azzurro. La difesa di Ataman non lo tiene, ogni volta che attacca il ferro chiama al fallo gli avversari. 11 tiri liberi tirati, tutti segnati, a cui vanno aggiunti altri due canestri dal campo. La scossa arriva, anche Gentile e Bargnani, in uscita dalla panchina, contribuiscono, il Mago in particolare all'inizio del secondo quarto, ma anche la sua partita è a due facce, e purtroppo quella brutta è incredibilmente evidente: sotto al suo canestro non riesce a opporre resistenza, e ovviamente dall'altra parte Semih Erden ringrazia.

Il terzo quarto si apre proprio così: attacco dal pick'n'roll e schiacciata del centro ex Boston Celtics, il primo episodio di una serie vista e stravista, con interpreti diversi ad attaccare ma con gli stessi a difendere, e questa serie sembra andare avanti all'infinito, senza una fine. La faccia buona per fortuna ci solleva e ci porta in alto, con qualche bomba in più, pesante soprattutto una di Hackett e una di Gallinari (che continua a fare cose riservate solo a pochissimi esseri umani). Gli azzurri arrivano fino al -3, sul 64-61, anche complice un calo fisico degli avversari e soprattutto un'intensità maggiore sulle due metà campo, anche in quella difensiva.

Nel quarto quarto ci entriamo di rincorsa, come in tutta la gara, ma tocchiamo il minimo svantaggio fino a quel momento, sul -2 grazie ancora a un Gallinari sempre più surreale e a Nicolò Melli, bravo a dare la scossa alla squadra nel momento giusto e soprattutto a cambiare con puntualità sui pick'n'roll avversari, riuscendo a contenere Dixon meglio di altri. Dal -2 esce tutta l'Italia, nel bene e nel male: in attacco certe follie (una tripla senza ritmo di Gentile, altri canestri del Gallo, un Belinelli che entra in partita), in difesa obbrobri continui. E così Erden può solo ringraziare. Alla fine per lui sono 22 punti, per la Turchia sono 22 rimbalzi offensivi, numeri folli per una difesa di una squadra come quella di Pianigiani.

Grazie al talento la teniamo aperta, e nel finale siamo punto a punto: Gallinari si inventa una serie di canestri, l'ennesima, che ci tiene a contatto fino al -4, e a quel punto entra in scena Marco Belinelli, con una tripla in fadeaway che fa sentire solo il rumore del cotone. Dall'altra parte però paghiamo ancora, ci castiga Ilyasova tutto solo dalla lunga, rientrato dopo esser rimasto in panchina per problemi di falli. Tocca ancora a noi, Aradori pesca Datome sotto: due facili, 34 secondi. La difesa gioca a nostro favore, Gallinari ha il possesso sul -2 per pareggiare ma Ataman decide di spendere il fallo, e l'ala di Denver tradisce sbagliando il secondo. Erden prende il rimbalzo, subisce fallo, segna il primo ma non il secondo, la palla va tra le mani del Beli che prova la preghiera in un momento di confusione totale: il ferro è lontano.

Festeggia dunque la Turchia che vince una gara pivotale per le sorti del girone, la vittoria della Germania e quella della Serbia per ora non complicano le cose, ma domani contro l'Islanda agli azzurri non è permesso un altro passo falso.