Ci si aspettava un inizio soft, un pò come quello che per larghi tratti del primo tempo aveva caratterizzato la sfida inaugurale tra Germania ed Islanda. Invece no. Spagna e Serbia entrano in campo per fare subito sul serio. La gara conta più di quanto dica il calendario, è una questione di onore, di misurarsi già con una diretta rivale per il Titolo. E' una questione di rispetto. Nonostante le pause (normali per due squadre che stanno iniziando oggi il loro percorso), la qualità delle giocate e l'intensità difensiva sono da grandissime squadre. Scariolo e Djordjevic si sfidano in lontananza, con gli sguardi, prima che Bjelica decida di vincerla da tre. 

Primo tempo a dir poco altalenante, che inizia con la Spagna di Scariolo che non trova il fondo del barile nei primi 5' di gioco. La Serbia non fa fatica, ma stenta a trovare con continuità la via del canestro. I serbi vanno avanti di cinque, prima che Gasol e compagni inizino a ritrovare automatismi e circolazione di palla: Rudi sbaglia molto al tiro, ma in penetrazione chiude il parziale di 12-2 iberico. C'è grande fisicità da una parte e dall'altra e lo spettacolo non ne beneficia, con il punteggio che non decolla anche se la squadra di Scariolo sfrutta le forze fresche di Ribas e soprattutto del sempreverde Reyes per volare a +10. L'inizio di seconda frazione vede protagonista Bjelica: l'ala di Minnesota si carica la squadra sulle spalle e ricuce lo strappo. L'ala forte del Real non demorde e sembra poter rispondere colpo su colpo al talento serbo. Gasol chiude l'area perfettamente alle penetrazioni avversarie, prima che salga in cattedra Nedovic: l'ex Golden State ne piazza otto di seguito, che servono per impattare sul 34-34. Il canestro di Llull sulla sirena, spezza l'equilibrio all'intervallo. 

La ripresa della gara dopo la pausa vede ripetere alle due squadre lo stesso inizio di primo tempo: la Serbia alza ancora di più l'intensità difensiva; Gasol non trova punti di riferimento ed è il solo Mirotic, 6 personali, a tenere a galla i suoi. Teodosic e Raduljca rispondono all'ala dei Bulls, prima che il solito Bjelica da tre effettua il sorpasso. Markovic fa più tre, la Spagna stenta a dimostrare di essere solida e compatta anche nelle difficoltà: Llull cuce dalla lunetta, ma Milosavljevic punisce la zona spagnola col piazzato prima che Bogdanovic faccia esplodere il pubblico serbo con la bomba (47-53). La rottura iberica è prolungata e Erceg, seppur fortunosamente, bissa la conclusione dalla lunga distanza del compagno, prima che Bjelica permetta a Djordjevic di raggiungere il massimo vantaggio (49-60).

Mirotic prova a lanciare i suoi ad inizio quarto periodo con quattro punti di fila che valgono il -6, mentre la Serbia da par suo prova a cavalcare Raduljca. La Serbia si ferma in attacco tirando il 14% nei primi 5' di frazione e Gasol, al settimo e nono punto personale, riporta a -4 gli iberici a 4' dal termine. Bjelica appoggia da sotto, mentre Llull risponde dalla lunga. Quando l'attacco serbo fatica, la risposta ha un nome ed un cognome: Nemanja Bjelica mette la tripla da fermo da 7 metri, che sembra decretare la fine delle ostilità a favore delle furie serbe. Gasol dalla lunetta fa -3, prima di abusare in post basso di Kuzmic e riportare Scariolo ad una sola lunghezza di distanza. La Serbia sembra ko, ma dal cilindro escono le triple di Bjelica, lasciato solo da Gasol, e Bogdanovic che chiudono il match. 

I tabellini 

Spagna 

Serbia