L'Australia vince l'edizione 2015 del FIBA Oceania Championship battendo la Nuova Zelanda al termine di due gare parecchio combattute e si porta a casa il pass per le prossime Olimpiadi di Rio. Ai Neozelandesi non bastano i numeri di un super Corey Webster (19 punti di media) per avere la meglio sui rivali australiani, che però potevano fare affidamento su un roster di tutto rispetto formato da giocatori del calibro di Matthew Dellavedova (Cleveland Cavaliers), Patty Mills (San Antonio Spurs) ed Andrew Bogut (fresco campione NBA con la maglia dei Golden State Warriors), solo per citarne alcuni.
GARA 1, AUSTRALIA-NUOVA ZELANDA 71-59: In quel di Melbourne tutto facile per i padroni di casa dell'Australia, che risolvono la pratica Nuova Zelanda con una sofferta vittoria per 71-59. Sugli scudi tra le fila australiane i due NBA sopracitati, ovvero Matthew DellaVedova (15 punti, 5 rimbalzi e 4 assist) e Patty Mills (19 punti e 5 assist), più uno scatenato David Andersen (ex Montepaschi Siena) che blinda il punteggio sul +12 per i Bloomers nel momento più difficile e mette a referto 17 punti. Dall'altra parte solita ottima prestazione di Corey Webster (punto fermo della propria nazionale e fresco di firma con i New Zealand Breakers), che contribuisce alla causa con 22 punti ma si trova troppo isolato per creare dei problemi alla nazionale avversaria; a pesare maggiormente è senza dubbio il deludente 1 su 8 dal campo di Thomas Abercrombie (passato in Francia vestendo la maglia dell'ASVEL), altro grande punto di riferimento per i Tall Blacks. Dopo lo spettacolo dell'Haka (clicca qui per vedere il video), la selezione neozelandese parte subito forte e con un mini-parziale firmato dal solito Webster e da capitan Mika Vukona (intravisto con la maglia della Virtus Roma nel'ultima stagione) si porta sul 6-13. Ma la reazione australiana arriva puntuale come un orologio svizzero e grazie alle giocate di Mills e Adam Gibson (giocatore in forza agli Adelaide 36ers) riduce le distanze sino al meno quattro di fine primo quarto (16-12 il punteggio). Nel secondo tempo Nathan Jawai (ex Barcellona) apre le danze con una mostruosa schiacciata,mentre Matthew Della Vedova si mette sulle spalle il peso offensivo della sua squadra e la guida sino ad un vantaggio di 8 punti, con il 34-26 parziale che viene firmato anche da un alley-hoop di Andrew Bogut in collaborazione proprio con il giocatore di Cleveland.
Dopo il break si asiste ad un divertente scontro individuale tra Matthew Dellavedova e Corey Webster, con il primo che prova a trascinare i suoi e ad allargare il divario tra le due squadre, mentre il secondo risponde colpo su colpo e porta i suoi all'ultima pausa sotto di sole cinque lunghezze con un incredibile jumper a difesa schierata. All'inizio dell'ultima frazione di gioco la musica sembra sempre la stessa, ovvero con l'Australia che prova a mettere a segno il parziale decisivo con i canestri di Andersen, ma che deve sempre rinunciare a causa di un Webster letteralmente "on fire". A chiudere la pratica, però, ci pensa il duo Mills-Andersen, con il primo che si rende protagonista di un fantastico duello con Jarod Kenny (passato in Germania con la maglia del Licher BasketBären, club della ProB tedesca) a suon di triple, che approfitta della stanchezza di Webster ed aumenta inesorabilmente il divario sino al +12 finale.
NUOVA ZELANDA-AUSTRALIA 79-89: Non basta l'ennesima ottima prova del solito Corey Webster, il quale mette a referto altri 16 punti (anche se con un 7 su 24 dal campo), ma non può nulla contro l'intero collettivo australiano (sette giocatori hanno messo a segno tra i 8 e i 14 punti), che vince 79-89 e si porta a casa la vittoria della coppa continentale e il pass per le prossime olimpiadi di Rio. I Boomers sono stati guidati da DellaVedova (14 punti e 5 assist), Andrew Bogut (doppia-doppia da 10 punti e altrettanti rimbalzi), David Andersen (17 punti) e Cam Bairstow (partecipa alla causa con 10 punti e 7 rimbalzi). Dal canto loro i Kiwis stavolta hanno ben supportato Webster (troppo sprecone in certi frangenti) con i 14 punti di Reuben Te Rangi (4 su 5 da tre), i tredici di Everard Bartlett (appena trasferito in Australia con l'approdo ai Ballarat Miners) e la grande intensità difensiva di Lindsay Tait (altro pilastro del basket neozelandese con tanti titoli di MVP del campionato e 2 titoli in bacheca). Dopo il consueto Haka (clicca qui per vedere quello di gara 2), i Neozelandesi partono subito forte come fatto in gara 1 con un bel parziale guidato da Thomas Abercrombie, ma Dellavedova è già sul pezzo e risponde per le rime. Infatti il giocatore di Cleveland mette insieme ben sette punti nel solo primo quarto di gioco e permette ai suoi di chiudere avanti sul punteggio di 21-14. La seconda frazione di gioco incomincia ancora all'insegna dei Kiwis, che cercano di riportarsi sotto e staccare gli avversari con un altro break guidato da Mika Vukona (8 punti e 8 rimbalzi ) e Isaac Fotu (12 punti e 8 rimbalzi), ma stavolta è David Andersen a caricarsi sulle sue spalle il peso dell'attacco australiano e a rimandare al mittente il tentativo avversario. Nonostante ciò la Nuova Zelanda riesce a macinare punti e grazie all'asse Webster-Fatu si porta sotto di soli tre punti, ma ancora una volta i Tall Blacks si fermano sul più bello: infatti Andrew Bogut spegne anche questo break con una mostruosa schiacciata e permette ai suoi di chiudere avanti sul punteggio di 40-33.
Dopo la pausa lunga, l'Australia spinge subito il piede sull'accelleratore e grazie ad un ispirato Dellavedova (una rubata, una schiacciata e due liberi) si porta avanti di ben 14 punti. Te Rangi e Bartlett rispondono prontamente e portano la propria squadra sotto la doppia cifra di svantaggio, ma Patty Mills punisce due tiri liberi falliti da Mika Vukona e gela tutto il palazzetto fissando il punteggio sul parziale di 66-53. Con la gara apparentemente in pugno gli australiani si rilassano troppo e, a causa di diverse palle perse, vedono il team avversario rientrare ferocemente in partita. Ma a spegnere sul nascere le residue speranze avversarie di una clamorosa rimonta ci pensa il solito Matthew DellaVedova, che mette una tripla pesantissima nel miglior momento neozelandese e regala ai suoi la vittoria finale.