Buona anche la seconda per l'Italia in questa Tbilisi City Hall Cup, con la vittoria per 85-61 contro un'Estonia coraggiosa ma decisamente modesta per poter impensierire la formazione guidata da Simone Pianigiani, espulso a inizio partita.

Pianigiani effettua un cambio nel roster, con Poeta che rileva Della Valle come terzo playmaker, e cambia qualcosa anche nel quintetto di partenza, composto da Cincarini, Belinelli, Gentile, Datome e Cusin. La partenza degli azzurri è pessimo sotto diversi aspetti, e com'è accaduto 24 ore fa contro la Lettonia è la nuova guardia dei Sacramento Kings l'unica luce in fase offensiva, mentre in difesa si scricchiola a più riprese, contro un avversario sicuramente più modesto rispetto a quello affrontato all'esordio in terra georgiana. Cusin soffre oltremodo sotto entrambi i canestri e provoca palle perse banali (saranno ben 5 solo dopo la prima metà del quarto), la difesa estone è molto dura al tal punto che dopo appena quattro minuti e mezzo i baltici vanno già in bonus. Tuttavia, il tabellone piange, Pianigiani si arrabbia più di una volta e usa uno stratagemma vecchio come il mondo: la protesta rabbiosa e prolungata verso gli arbitri, al fine di farsi cacciare ma soprattutto di spronare i suoi. Sook, è l'ultimo a segnare e a chiudere il primo quarto sul 20-15 per l'Estonia. La sfuriata di Pianigiani sortisce gli effetti sperati: Dalmonte che manda sul parquet Bargnani e Gallinari, i quali costruiscono le basi per un secondo quarto clamoroso per l'Italia. Basta dare un paio di cifre che rendono ancor più chiaro ciò che è accaduto nei dieci minuti prima dell'intervallo lungo: parziale di 34-5, due soli canestri concessi all'Estonia (uno di Kangur dalla media distanza e una tripla di Vene allo scadere), una sola palla persa e il netto dominio a rimbalzo, con il dato di metà gara che recita 20-9 per gli azzurri. Nel frattempo, si sveglia Gentile anche alla voce 'punti realizzati', si sblocca anche Polonara che ottiene un minutaggio maggiore, mentre l'unica pecca resta il rapporto tra Cinciarini e la linea dei liberi. Si va così al riposo lungo sul 49-25 in favore degli azzurri, con Aradori che suggella un gran secondo quarto con il canestro allo scadere.

Il terzo quarto inizia all'insegna di capitan Datome, che segna i primi sei punti dell'Italia e ricaccia ancor più indietro un'Estonia che, come nel primo quarto, torna sul parquet con buona organizzazione e tanta voglia di mettersi in mostra. L'Italia torna a sonnecchiare soprattutto in difesa, dove il già citato Datome si fa battere più di una volta, tanto che il vantaggio azzurro torna di poco al di sotto dei venti punti. Nel frattempo debutta nel torneo anche Peppe Poeta, il quale fornisce imprevedibilità in cabina di regia ma viene coinvolto poco nei giochi d'attacco di un'Italia che ha decisamente abbassato il numero di giri del motore. Vene appare decisamente il più ispirato in casa estone e continua a esserlo anche negli ultimi dieci minuti di partita, in cui l'Estonia riesce a scendere nuovamente a -15, quando mancano poco più di cinque minuti alla sirena finale. Dalmonte prova a far suonare la sveglia dalla panchina e invita gli azzurri a chiudere bene la partita. Sarà in effetti così, visto che Bargnani (top scorer azzurro con 15 punti) si carica la squadra sulle spalle, e c'è ancora gloria sia per Aradori che per Polonara per l'85-61 finale.

Nel complesso, anche la seconda recita dell'Italia in questa Tbilisi City Hall Cup è positiva, anche se la difesa non gira ancora al meglio, soprattutto nella lettura dei tagli sotto canestro. Ma gli azzurri ci sono e domani chiuderanno il tris di gare in terra georgiana affrontando i padroni di casa.