Avellino e Roma, in cerca della propria dimensione, danno vita a una gara dai 2 volti, dominando un tempo ciascuno in cui pregi e difetti mostrati nelle prime 9 gare di campionato sono ben visibili. Purtroppo, il basket italiano mutua dal calcio sempre gli aspetti peggiori. Così, la trasferta in Irpinia viene negata ai tifosi romani (che negli ultimi anni si erano comunque dati da fare per farsi poco apprezzare con beceri cori inneggianti il sisma dell'80) e mentre risuona l'inno italiano (...) il settore ospite resta desolatamente vuoto. I tifosi avellinesi, a cui a loro volta settimana scorsa non era stato consentito di seguire la squadra di calcio a Bergamo, espongono striscioni contro questa decisione che, per colpa di 4 scalmanati, va a discapito di chi ancora vede nello sportuno spettacolo.
Sul parquet, Avellino parte subito in quarta. Un colpo al volto mette inizialmente fuori causa Sundiata Gaines, ma gli irpini non ne risentono e con un buon Cadougan provano l'allungo. Justin Harper è un rompicapo senza soluzione per la svagata difesa di Roma, che non trova l'antidoto alle conclusioni da oltre l'arco del lungo irpino. Mentre Triche e Gibson vagano sul parque senza costrutto (nessun tiro preso nel primo quarto) Avellino doppia i capitolini (14-7) arrivando poi a +11 con una tripla di Adrian Banks (18-7). Roma recupera qualche punto con Sandri e D'Ercole, ma subisce il predominio di Anosike sotto le plance e va al primo riposo con uno svantaggio in doppia cifra (23-12).
Sempre grazie a Banks, Avellino tocca il massimo vantaggio (26-12), mentre un imbufalito Dalmonte, ex sempre rispettato e applaudito, ruota quintetti senza costrutto. Il mestiere di Stipcevic è utile nel peggior frangente della Virtus, che riesce a restare a galla grazie a una serie di conclusioni dalla lunga distanza. Anosike continua però a fare quello che vuole sotto le plance avversarie, e con il canestro più spettacolare dell'incontro, costruito da un contropiede di Hanga finalizzato per la schiacciata del solito Harper, Avellino tocca anche il più 15 (43-28). Roma non accenna a destarsi dal torpore della fredda serata irpina, rischiando il ko tecnico dopo un trepunti di Gaines (48-31). Dalmonte si fa sentire durante l'intervallo lungo e alla ripresa si vede un'altra Roma. Brandon Triche mostra sprazzi di talento, Bobby Jones è più continuo e sotto canestro fa la voce grossa Morgan. Avellino comincia a regalare palloni e a smarrire la via del canestro. Hanga inanella un errore dietro l'altro, Gaines latita in regia e in tutto il terzo periodo gli irpini mettono a referto solo 10 punti. Nell'ultimo periodo Avellino vede i fantasmi di una sconfitta che saprebbe di crisi mentre Roma trova un protagonista inatteso. Maxime De Zeeuw costruisce, con 12 punti, un'incredibile rimonta culminata col sorpasso (63-65) a 3 minuti dalla fine. Parte del PalaDelmauro comincia a rumoreggiare, ma lo zoccolo duro del tifo biancoverde sostiene la squadra che mostra solidità. Harper pareggia immediatamente, Banks risponde a una tripla da applausi di Gibson (68-68), poi sale in cattedra Gaines. L'ex di Utah vuole farsi perdonare l'ultimo possesso sprecato domenica scorsa contro Bologna e ci riesce. Prima ruba palla a uno svagato Triche, segnando indisturbato in contropiede (70-68) poi, al pari di Hanga, è glaciale dalla lunetta, mettendo a segno i liberi che consegnano la vittoria ai lupi.
L'incontro termina sul 74-70, col pubblico di casa che applaude i propri giocatori, mentre Dalmonte, con l'usuale signorilità, ha qualcosa da dire agli arbitri.
Avellino stacca Roma in classifica e guarda con fiducia alla trasferta di domenica prossima a Pistoia. Per Roma, invece, ci sarà il posticipo contro Milano.