Si alza il sipario sui quarti di finale di scena alla City Arena di Madrid. Dopo i due quarti giocati ieri che hanno deciso la prima semifinale, che si giocherà tra Usa e Lituania, vincitrici rispettivamente su Slovenia e Turchia, oggi è il turno di Serbia – Brasile e Spagna – Francia. Entrambe le gare hanno un precedente all’interno di questa manifestazione. Sia la Spagna che il Brasile hanno già superato nel girone dove erano tutte e quattro protagoniste, il gruppo A, le rispettive avversarie odierne. Quest’oggi, oltre a rivisitare quelle due gare proveremo ad analizzare quali saranno le chiavi tattiche, e psicologiche, delle due sfide. Una rivincita, per Serbia e Francia, che vorranno togliersi dalla faccia gli schiaffi ricevuti nel raggruppamento in quel di Granada. La cosa più importante, però, rispetto a quelle sfide, sarà la valenza della gara odierna : mentre una settimana fa, le quattro squadre, chi più chi meno, aveva la possibilità di pensare al futuro, questa sera no, saranno due gare completamente diverse; chi perde, va a casa.

Serbia – Brasile (Madrid, ore 18)

Probabilmente ai più sarà sfuggito, forse chi se n’è accorto non ha dato, come meritava, l’importanza ad un gesto che solo chi ha giocato, può capire fino in fondo. Quel gesto, quell’idea, lanciata lì da Sasha Djordjevic sembrava quasi un gesto di resa, di lesa maestà ad una Spagna che volava sulle ali dell’entusiasmo del +20 finale sul tabellone, contro una Serbia in balia di faide interne e problemi psicologici. Ecco, un gesto, forse due, sono serviti a compattare un gruppo e a fargli capire che il fine ultimo è un raggiungimento di squadra e non di un singolo.

Dicevamo, 2 minuti al termine della prima fase, Spagna in controllo, totale, come al solito, sul +20. Rubio si palleggia sul piede e la palla viene data ugualmente ai padroni di casa. Sasha, da vecchia volpe qual è, non perde occasione per lanciare un messaggio ai suoi ragazzi. Primo tecnico, e poco dopo, su un altro errore arbitrale, secondo tecnico ed espulsione. Ecco il gesto del condottiero che fa la differenza. Passa, prima di uscire a testa alta, come al solito, a dare il cinque ad uno ad uno ai suoi giocatori seduti in panchina. Idealmente lo fa anche per quelli che sono in campo. Il gesto è quello che conta, quello che fa sentire i propri giocatori, parte di qualcosa, nonostante le sconfitte, nonostante il quarto posto nel girone.

Risultato? Beh, contro la Grecia era più che proibitiva. Ma Sasha ha toccato i tasti giusti. In fiducia, la Serbia, con il talento che si ritrova tra i vari Bogdanovic, Raduljca, Teodosic e compagnia, può davvero far paura a chiunque. Il resto lo sapete già. +20 alla Grecia, e quarti di finale, giocando un basket clamoroso.

Di fronte, i serbi, troveranno il Brasile. Di Splitter, di Nenè, di Varejao, Leandrinho e tanti altri. Altro compito proibitivo, che renderà la sfida ancor più interessante ed equilibrata. Non c’è un favorito, si, il Brasile ha vinto nel girone ed anche facilmente, ma le gare senza un domani, e la storia lo insegna, non si fanno scrupoli a mietere vittime illustri. Quindi, aguzziamo la vista e godiamoci il quarto più bello del Mondiale.

I brasiliani arrivano al match dopo aver sconfitto quello che per i verdeoro era lo spauracchio più grande : l’Argentina. E non l’hanno soltanto battuto, ma anche umiliato, decretandone la fine di un ciclo più che glorioso.

IL PRECEDENTE : Brasile – Serbia 81-73

Spagna – Francia (Madrid, ore 21)

Gli iberici viaggiano spediti verso quella che sembra una finale già anticipata, scritta. Il primo ostacolo, però, nel tragitto verso l’appuntamento di domenica sera, potrebbe essere rappresentato dai francesi. Gli stessi francesi che lo scorso anno li avevano buttati giù dalla finale all’Europeo in Slovenia. Certo, allora era una Francia diversa, con qualche anno in meno nei propri elementi e con un Parker in più. E non solo. I francesi sembrano quasi appagati da quel successo, e da un risultato, che per il momento, in questa competizione, è più che soddisfacente. Come ben sappiamo, invece, il cammino della Spagna, quasi l’ultimo cammino dei condottieri è ben lontano dall’essere concluso.

La Francia, grande favorita contro la Croazia, ha dovuto sudare più del previsto per avere la meglio dei giovani rampanti di Repesa. Soprattutto di Bogdanovic che alla fine stava per concludere la rimonta e fare il colpo grosso. Fatto sta che quella vecchia volpe di Boris Diaw di partite del genere ne ha vista qualcuna, e con un paio di giocate decisive (un assist clamoroso), ha chiuso la gara. Diaw è senza dubbio il “go to guy” dei bleus, ma sembra accendersi e spegnersi, senza mai dare continuità ed affidamento ai compagni. Cosi come Diaw, anche Fournier, eccellente contro la Croazia, meno nelle altre gare. Stesso dicasi per Batum e Diot, mentre Lauvergne, giovane sorpresa, cerca di fare il possibile in ogni occasione.

Dall’altra parte, molti meno dubbi, e tantissime, troppe certezze. Il gioco spagnolo della squadra di Orenga sembra, ed in effetti lo è, un meccanismo quasi perfetto. La squadra iberica può contare su un quoziente intellettivo, cestistico e non, di livello infinito. In qualsiasi fase della gara può alternare in campo tre, quattro, cinque uomini che giocano e leggono la pallacanestro, e le conseguenti “letture” tecniche tattiche in maniera impeccabile, sfruttandone al meglio le situazioni per tiri aperti o altro. Lo strapotere fisico e tecnico dei lunghi è clamoroso. Pau sembra tornato giovane, Marc è infallibile o quasi al tiro, e quando uno dei due fratelli deve riposare, Ibaka è pronto a dargli il cambio.

Sugli esterni, le invenzioni di Rudy, mente che spesso arma il braccio di Juan Carlos Navarro, di Rubio e del “chacho” Rodriguez, non sembrano avere rivali ed opposizione. Tutto sembra perfetto. A volte lo è anche troppo, tanto da concedere agli spagnoli di specchiarsi nella bellezza del loro gioco. A questi livelli però non ci si può concedere errori o altro. La bellezza del gioco, e delle soluzioni offensive deve necessariamente essere direttamente proporzionale al cinismo di chiudere le suddette azioni e le partite stesse.

Il pronostico sembra scritto, ma mai dare per vinti i galletti.

IL PRECEDENTE : Spagna – Francia 88-64