La Spagna va avanti. Supera il Senegal, nonostante una buona resistenza degli africani nella prima parte di gara. Rispetto agli Usa, protagonisti nel pomeriggio, gli spagnoli confermano la buona vena di Pau Gasol e soprattutto, un migliore sviluppo del gioco a difesa schierata, creando quasi sempre tiri puliti e facili occasioni di uno contro uno, sia per lunghi che per gli esterni. Anche se stasera le percentuali al tiro non sono state eccellenti (1/11 da tre a metà gara, migliorata nella ripresa). Nonostante questo, mattone dopo mattone, la Spagna ha acquisito un cospicuo vantaggio che ha poi condotto fino a fine gara, con relativa tranquillità, incrementando il vantaggio fino al +34 finale.
Il Senegal che non t’aspetti. Una squadra che ovviamente soffre e tanto, la maggiore qualità del roster spagnolo, ma che non è affatto remissiva, ed è già un grande successo, al cospetto dei più blasonati avversari. A fine primo quarto la Spagna è avanti, perché il talento dei Gasol (13 facili per Pau), la fisicità di Ibaka (5 punti e 2 rimbalzi) e le giocate di Rudy farebbero la differenza contro chiunque, ma non così tanto. Solo 23-17, con un Senegal che si oppone, lotta e prova a variare difesa, tra zona, pressione a tutto campo e la uomo. Fa molta difficoltà in attacco, dove la difesa spagnola è un muro quasi invalicabile che provoca tante forzature e palle perse al modesto attacco senegalese. Gli spagnoli, però, forse un po’ sorpresi dall’atteggiamento degli avversari, forse perché si specchiano un po’ troppo nel loro gioco perfetto, fatto di ribaltamenti e continue penetrazioni, non scappano nel punteggio. Il Senegal si difende con 6 punti di Ndiaye, che domina anche a rimbalzo, e Faye. Dieng, il grande atteso, delude, chiudendo con 0-5 da due.
L’orgoglio senegalese va oltre l’ostacolo, anche nella seconda frazione. Quando sembra che la Spagna stia per riprendere il largo, ecco che tornano attaccati nel punteggio. 7-0 con Ibaka, Marc e schiacciata in contropiede di Fernandez. Dall’altra risponde con uno scatenato Badji (8), che mostra tutto il suo potenziale offensivo composto da fade away, jumper dalla media e schiacciate in contropiede. La partita c’è, ed è viva: 33-26 al 15’. Gli spagnoli non riescono ad allungare, complice anche il buon adeguamento della difesa senegalese che rispetto all’inizio di gara, ha aggiustato la transizione difensiva, non concedendo più contropiedi facili. L’1/10 da tre punti ed un insolito 4/9 ai liberi, fa il resto. Nonostante l’imprecisione al tiro ed un attacco che stenta, in maniera clamorosa a prendere ritmo, gli spagnoli piazzano un minibreak sul finire del secondo quarto che dà ossigeno, complice anche un canestro regalato dagli arbitri a Pau Gasol (la palla era entrata da sotto l’anello) : 8-0 con il suddetto canestro, un altro jumper di Marc (3/3) e quattro liberi, dua a testa per Navarro e Rubio per il 41-28. Pau chiude con 15 punti e 4 rimbalzi. Buono l'apporto di Rubio, 6 punti con il 100% dal campo, 4 rimbalzi e 3 assist. Dall'altra parte Dieng non batte colpo : 0 con 0/6 da due.
I padroni di casa tornano in campo con la ferma volontà di chiudere subito la pratica, e ci riescono : 12-3 in 5 minuti che tramortisce gli africani (4 di Llull, bomba di Rudy, 5 di Marc con una tripla che fa esplodere Madrid). Massimo vantaggio sul +22, 53-31. La partita sale di colpi e di ritmo, ne beneficia lo spettacolo ed il punteggio. Dieng si iscrive a referto, Calderon viene scongelato da Orenga e si sblocca con una tripla. Dalmeida risponde, ma ancora Calderon dall'altra ribatte colpo su colpo (5 in un amen). Ibaka si innervosisce stranamente nonostante il vantaggio, prendendosi un tecnico che Dieng e Ndur sfruttano quasi alla perfezione : 5 punti con 3/4 dalla lunetta per la stella dei Minnesota Timberwolves. Le difese prevalgono sugli attacchi, con stoppate da una parte e dall'altra, di Reyes e Dieng a Badji e Pau. La rimonta senegalese ed il terzo periodo si chiudono con due liberi di Reyes e la classica, stupenda, ineffabile, lacrima del "chacho" Rodriguez, che si iscrive a referto anch'egli : 4-0 e 62-43 Spagna per entrare nell'ultima frazione di gioco.
I senegalesi provano a cambiare difesa, sperando che la zona fermi l'emorragia difensiva. Calderon non la pensa allo stesso modo e continua a bucare la retina dalla distanza (3/3 da tre), mentre Navarro penetra a piacimento tra le linee difensive dei verdi. Il nuovo play dei New York Knicks sbaglia il quarto tiro dalla grande distanza e si mette al lavoro per i compagni, confezionando l'assist per l'accorrente Reyes. Quello che sorprende della Spagna di Orenga è che gioca in maniera intelligente, usando sempre la testa, e la tecnica. Le soluzioni non sono mai affidate al caso o a soluzioni individuali (ogni riferimento ad altre squadre è puramente casuale). Tutti i tiri vengono costruiti da movimenti ed azioni prestabilite e studiate, dove le letture dei giocatori in campo fanno il resto. Gli stessi giocatori sembrano trovarsi a memoria, dove ognuno è disposto a far segnare il compagno piuttosto che rimpinguare il proprio tabellino, divertendosi ed essendo motivata e determinata verso l'obiettivo finale. Reyes si sfoga dopo i minuti passati in panchina e risponde sempre presente alla chiamata del suo coach : 9 punti nel quarto per l'ala del Real, 11 a fine gara. Ancora Badji e Nyang ricuciono un minimo lo strappo, riportando la propria squadra sul -24. C'è spazio anche per Claver ed Abrines (schiacciata reverse spaventosa) nel finale per coach Orenga. I trenta punti finali di scarto confermano la costante supremazia spagnola, che pian piano è cresciuta, alzando i ritmi e concretizzando i vantaggi tecnici che si creavano sul campo. La Spagna vola : 89-56 il finale!