Lo avevamo detto in fase di presentazione a questa finale inedita: Rublev va rispettato e temuto. Per maggiori informazioni, citofonare Federer a Cincinnati. Il russo ha mostrato già sul finire della scorsa stagione di avere talento e di poter essere destinato ad entrare presto nella top ten mondiale ATP. Molte volte abbiamo chiesto quale fosse il futuro della racchetta mondiale e gli ultimi tornei ci hanno dato risposte. La finale delle Finals tra Tsitsipas e Thiem era solo il primo atto di un 2020 che si candida ad essere l'anno del grande cambiamento. Un tennis che potrebbe e ci auguriamo parlare italiano con Berrettini e la nuova scuola, con Tsitsipas e Thiem a giocarsela con i grandi "vecchi" e le incognite russe Medvedev e Rublev. Appunto il secondo è quello su cui ci concentriamo oggi: fresco vincitore del primo ATP dell'anno sul cemento di Doha ha vinto una finale inedita contro un francese come Moutet di cui sentiremo parlare. Il russo dimostra di essere un giocatore di ampie vedute e molto forte con un 77% di prime in campo, difficile che faccia doppi falli, bella potenza di braccio e unica pecca, se la si vuole chiamare tale, una seconda su cui trova una maggiore fatica. Il francese rimane la grande sorpresa e rivelazione del torneo per il suo percorso: partito dalle qualificazioni e capace di prendersi una finale battendo Wawrinka a soli 20 anni dimostra che potrebbe essere un ragazzo a cui prestare attenzione. Giocatore veloce, potente anche lui con servizio e non male sulle seconde, deve limare qualche angolo del suo gioco, ma speriamo non sia una meteora nel cielo qatariota e basta. la finale ha avuto due volti: un primo set dove Rublev mette un 6-2 preciso e senza nessun tipo di replica, aiutato in parte dalla comprensibile emozione del giocatore francese. Nel secondo è stato l'equilibrio il vero protagonista con un tie break 7-3 a favore del giocatore ex Sovietico che gli ha regalato il primo trofeo personale e il primo della nuova stagione. Una cosa è certa: se il buongiorno si vede dal mattino e chi ben comincia è a metà dell'opera, come dicono due famosi detti popolari, allora prepariamoci alla new generation del tennis e stendiamo il tappeto rosso al futuro di questo sport destinato alla nuova stagione zero e a cercare i nuovi Federer, Nadal e Djokovic, senza dimentare quei tre veterani che rimangono assoluti campioni ed eterne leggende al pari dei grandi del passato.
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