Una sessione serale australiana, mattutina italiana, che ha regalato risultati attesi, ma anche delle risposte che attendavamo con ansia. Il più atteso era sicuramente il numero uno Djokovic. Il serbo attendeva lo scontro con Krueger, buon giocatore, ma non all'altezza di competere. Vince Nole in due ore di gioco con punteggi di 6-3 6-2 6-2. Cosa dire del serbo? Il suo gioco lo conosciamo, sappiamo come sia letale al servizio con la prima (6 aces nella partita), 41/48 punti messi nella prima servizio e il 92% di game portati a casa. Numeri di un fenomeno davvero di giocatore, la potenza è la sua arma migliore e lui la sfrutta appieno. Nel primo set, ottiene il break decisivo nell'ottavo game, dopo essere stato addirittura brekkato nel terzo game. Il secondo set inizia malissimo per il tedesco, il quale subisce il break subito nel primo gioco, subendo quattro palle break.
Terzo set equilibrato, ma bravissimo Novak a far valere di nuovo la regola del campione. Djokovic esce vincitore e si candida a una forte voglia di finale, non avendo né Roger né Rafa nella sua parte di tabellone. Vola Raonic che batte in tre set Kyrgios, il quale da il primo dispiacere al pubblico di casa. 6-4 7-6(5) 6-4 i punteggi in due ore di gioco. Nel primo set, equilibrio fino al decimo game, quando il canadese ottiene tre set point sullo 0-40, perdendone due. Nel tie break del secondo, sbaglia solo 1/2 set point Raonic e lo porta a casa 7-5, ma in un set davvero combattuto, con un solo punto del set sbagliato sul 5-4.
Nel terzo, bella partita con il break che arriva nel quinto game e risulterà decisivo. Dicasi 30 aces per Milos e 15 per Nick, ma la differenza vera la fa i punti sulla prima di servizio del canadese (90% in campo). Nell'ultimo match, vola Thiem, sconfigge in cinque set Paire e passa al turno successivo con finali 6-4 6-3 6-3, perdendo il terzo e il quarto 7-5 6-1 in tre ore e quarantacinque in campo. 21 aces per Paire, che meriterebbe di più, ma paga la rimonta dopo essere stato sotto due set a zero. Thiem ha solo il difetto di non chiuderla prima e di rendere una partita, che sembrava parlare austriaco in maniera facile, una insidia davvero insormontabile.