A Wimbledon, si assegna quest'oggi il titolo femminile. Serena Williams, sette volte regina ai Championships, sfida Angelique Kerber, battuta proprio dalla fuoriclasse d'America nel 2016 - nello stesso anno, sigillo della teutonica all'Australian Open. Pronostico incerto, l'ago della bilancia pende verso il fronte a stelle e strisce, è una questione di carisma, di personalità. La condizione di Serena è in forte crescita, forgiata dalle sei partite disputate sul verde di Londra. Dall'approccio alterno con la Rus alla prova d'autore con la Goerges, cancellata in semifinale dal ciclone Williams. Le uniche reali problematiche ai quarti, contro il braccio fermo e deciso di Camila Giorgi, per un set e oltre a livello Serena. Diciotto volte sul prato di Wimbledon la Williams, punta a mettere il punto esclamativo dopo la maternità.
Oltre la rete Angelique Kerber, una delle poche tenniste in grado di creare difficoltà a una Williams abile a sfruttare al meglio le note positive del momento. La tedesca è straordinaria in fase di difesa, sa ribaltare l'inerzia. Fondamentale reggere l'urto da fondo, muovere la Williams, fisicamente non più quella dei tempi d'oro. Spostare Serena, costringerla a "sporcarsi" le mani, questo il diktat in casa Kerber. Le partite con Kasatkina e Ostapenko - due affermazioni in due - nobilitano la sua candidatura, ma la Williams è giocatrice di altri principi, può produrre colpi definitivi, eliminare le fasi intermedie della contesa. Prolungare scambio e battaglia, ridurre le energie della 36 di Saginaw, la teutonica ha le idee chiare.
I precedenti sorridono a Serena, 8-2 al momento, un solo passaggio sul verde, quello citato in precedenza e datato 2016. L'incontro è in programma sul Centrale non prima delle 15, al termine del match tra Nadal e Djokovic, interrotto ieri con il serbo avanti due set a uno.