L'inattesa dipartita di Federer - avanti due set a zero con Anderson e a match point nel corso del terzo parziale - rimescola le carte a Wimbledon, offre un'occasione allo stesso Anderson e a Isner, in campo sul centrale alle 14. Ad attrarre i riflettori è però la seconda porzione del tabellone, quella capitanata da Rafa Nadal. Molti vedono nel confronto tra lo spagnolo e Novak Djokovic una sorta di finale anticipata, stante il "peso" dei due tennisti in questione. I principali protagonisti degli ultimi 20 anni - insieme ovviamente a Federer - si ritrovano ai Championships con rinnovate ambizioni. I dubbi di Nadal sulla sua effettiva tenuta sul verde sono ormai lontano ricordo, definitivamente cancellati dalla maratona di carattere con Del Potro. Un attestato in piena regola, una battaglia in grado di lanciare il maiorchino sul trono londinese, otto anni dopo il successo conseguito qui nel 2010. 

Djokovic, da questa parti, vanta tre successi - uno in più di Rafa - ma non vince uno slam dal Roland Garros del 2016. Un anno, quello in archivio, di rincorsa, tra problemi di natura fisica e di fiducia. Segnali importanti alle porte di Wimbledon, un cammino discreto sulla terra, la finale al Queen's con Cilic - partita pari per lunghi tratti. Djoko è pronto per salire l'ultimo scalino, per togliersi di dosso ruggine e paura. Sguardo fiero, incedere sicuro, il Djokovic versione Wimbledon assomiglia al computer apprezzato a lungo nel circuito. Percorso netto, due soli set concessi lungo la via - uno a Edmund e uno a Nishikori. Sbarca con energie superiori, qualche ora in più di riposo, meno fatica, ma è soprattutto una questione di testa, è una contesa di nervi. 

Il primo match tra i due risale addirittura al 2006, sono 51 i precedenti. Si conoscono alla perfezione, difficile proporre novità in grado di spostare l'ago della bilancia. Djokovic conduce di un'incollatura - 26/25 - ma sull'erba è Nadal a guidare - 2/1. Nel 2007, a Wimbledon, il ritiro di Djokovic. Secondo sigillo spagnolo nella finale del Queen's del 2008. La replica serba nel 2011 ancora a Wimbledon, in quattro set. Entrambi prediligono lo scambio, la costruzione, pochi i colpi definitivi. Spremere l'avversario è l'obiettivo. Il Centre Court ospita due giganti.