Il ritiro nel match di quarti di finale degli Australian Open contro Marin Cilic aveva fatto temere il peggio circa le condizioni di Rafa Nadal, numero uno al mondo e lo scorso anno finalista a Melbourne. Il maiorchino, in chiara ed evidente difficoltà nel quarto e nei primi scampoli di quinto set della sfida contro il croato, sembrava aver subito un brutto infortunio, di quelli che ti tengono lontano dai campi per molto tempo. E invece l'esito della risonanza magnetica a cui il mancino di Manacòr si è sottoposto all'indomani della serata beffarda contro Cilic è stato accettabile: lesione muscolare di primo grado all'ileopsas della gamba destra, con prognosi di due-tre settimane di stop. Dall'entourage dello spagnolo fanno trapelare come Nadal possa tornare ad allenarsi tra una quindicina di giorni, per preparare al meglio il prosieguo della stagione. Rafa, che non aveva in programma altri appuntamenti importanti per il prossimo mese, si ripresenterà con ogni probabilità all'Atp 500 di Acapulco, torneo messicano che si disputa sul cemento dal 25 febbraio in poi, per preparare così i due Master 1000 a stelle e strisce di Indian Wells e Miami. 

La stagione del maiorchino non sarà dunque pregiudicata dall'infortunio, perchè già dallo scorso anno Nadal aveva eliminato dal suo programma la partecipazione a tornei indoor in Europa (come Rotterdam) o sul cemento degli Emirati (come Dubai). Niente Coppa Davis per lui, come sarebbe stato comunque prevedibile: la sua Spagna dovrà sudare per il passaggio del turno, contro la Gran Bretagna, nel prossimo week-end, sulla terra di casa (ospiti senza Andy Murray, reduce dall'operazione all'anca e di ritorno non prima della stagione sull'erba). Diverso il discorso relativo all'occasione persa: il Nadal della conferenza stampa post-ritiro con Cilic era estremamente amareggiato, non tanto per l'infortunio, che per un giocatore dalle sue caratteristiche è spesso dietro l'angolo, quanto piuttosto per la chance mancata di fare strada nel torneo. Avanti due set a uno con Cilic, Rafa sembrava poter veleggiare verso la semifinale, dove non avrebbe incontrato Grigor Dimitrov (come accadde lo scorso anno, in un match risolto al quinto dalla maggior cattiveria agonistica dello spagnolo), bensì Kyle Edmund, aprendosi un'autostrada verso l'ultimo atto del primo Slam stagionale. Invece, come già verificatosi in altre circostanze a Melbourne, Nadal ha dovuto arrendersi a un infortunio, proprio sul più bello, per poi scagliarsi contro i vertici Atp per l'eccessivo numero di tornei che si giocano su superfici dure. "Non so se a qualcuno interessa la salute dei giocatori, ma bisognerebbe preoccuparsi anche della vita oltre il tennis", la sua chiosa, accompagnata dal riferimento ai vari infortunati di grido di questo momento storico del circuito maschile.