Si ferma agli ottavi di finale la corsa di Novak Djokovic agli Australian Open 2018. Il tennista serbo, numero quattordici del seeding e reduce da sei mesi di inattività, si inchina infatti al sudcoreano Hyeon Chung sul palcoscenico della Rod Laver Arena. 7-6 7-5 7-6 lo score in favore del giocatore asiatico, numero 58 del ranking Atp e ora mina vagante del torneo. Sul campo centrale di Melbourne è proprio Chung a partire fortissimo, volando immediatamente sul 4-0, con un Djokovic in difficoltà, affossato da diversi errori non forzati. Ma il serbo ha la forza di rientrare nel parziale, lottando nonostante la condizione non sia delle migliori, fino a issarsi al tie-break, perso per sette punti a quattro. Decisiva la maggior freddezza del sudcoreano, che mette alla frusta Nole da fondo campo, costringendolo anche a chiamare il fisioterapista per dare un'occhiata al gomito malmesso. Nel secondo set Chung prosegue sulla stessa falsariga, vola 3-0 e sembra mettere in ghiaccio la sfida. Il serbo non molla, accorcia gli scambi anche per preservare un fisico che non risponde come ai bei tempi, recupera lo svantaggio e si gioca il parziale in volata: ancora una volta cede però sul più bello, perdendo il servizio in mezzo a troppi errori non forzati, tra cui anche un doppio fallo sanguinoso. Anche nel terzo parziale gli scambi prolungati sorridono al sudcoreano, che non molla di un centimetro, resiste alla furia orgogliosa del suo avversario e si rifugia in un altro tie-break, dove si esalta, va avanti nel punteggio, si inventa un passante capolavoro e chiude i conti dopo oltre tre ore e venti minuti di battaglia.

Con questo successo Hyeon Chung si qualifica per i quarti di finale di Melbourne, con la concreta prospettiva di andare ulteriormente avanti. Ad attenderlo c'è infatti l'americano Tennys Sandgren, altra sorpresa del torneo, che oggi ha fatto fuori in cinque set Dominic Thiem, numero cinque del tabellone. Sulla Hisense Arena l'austriaco parte infatti malissimo contro il carneade statunitense, numero 97 al mondo (quattro anni fa vicino al ritiro dopo un'operazione all'anca): i colpi dell'allievo di Gunter Bresnik non fanno male, la sua posizione sul campo e arretrata, mentre Sandgren è sempre in proiezione offensiva, pronto a chiudere a rete dopo le accelerazioni di rimbalzo. Chiuso il primo set con lo score di 6-2, l'americano deve però subire il ritorno di Thiem, che aggiusta il mirino, trova profondità da fondo campo e riguadagna solidità, livellando il match con lo score di 6-4. Fioccano palle break nel parziale successivo, che si decide comunque al tie-break, giocato magnificamente da un Sandgren all'attacco ma sempre sotto controllo, nuovamente in vantaggio contro un Thiem che viceversa conferma tutti i suoi limiti sul veloce. Anche il quarto set vede il suo epilogo nel gioco decisivo, che esalta il pubblico neutrale della Hisense Arena: l'austriaco prima vola sul 4-1, poi fa harakiri, è costretto a salvare un match point con un prodigioso passante di rovescio, ripetendosi subito dopo e allungando la partita al quinto. Quando la sfida sembra orientata dalla parte di Thiem, più abituato a contese di questo tipo, Sandgren stupisce ancora, ottenendo un break fondamentale sul 3-2: è il momento che cambia la storia del match - e forse della carriera dell'americano - perchè il ragazzo del Tennesse sale 5-2, non si guarda più indietro e chiude con il punteggio di 6-3 dopo quasi quattro ore di gioco. Altra delusione per Thiem, a cui continua a mancare il salto di qualità per competere davvero sul veloce. 

Thiem (5) - Sandgren 2-6 6-4 6-7(4) 7-6(7) 3-6

Djokovic (14) - Hyeon Chung 6-7(4) 5-7 6-7(3)