Da una finestra con vista sui quarti di finale, al brusco risveglio con tanto di porta sbattuta in faccia sulle ambizioni di portarsi a casa il secondo Slam stagionale. Questo il tutt'altro che favoloso destino di Garbiñe Muguruza, che incoccia in una Petra Kvitova versione extra lusso e abbandona in maniera del tutto inattesa la corsa agli Us Open 2017.
Il tennis sa essere sport strano, dove tutto può cambiare all'improvviso e l'incredibile palesarsi quando la Storia del match sembra già avere una trama ben precisa. Ovvero quella di una facile vittoria della spagnola, che per i primi quindici/venti minuti di gioco dispone letteralmente a proprio piacimento di una Petra Kvitova che sembra un pulcino bagnato dall'acquazzone: tanti falli e un gioco che non riesce a trovare contromisure al bombardamento iberico. Garbiñe, dal canto suo, ha tutta l'intenzione di riservare alla spaurita avversaria il medesimo trattamento omaggiato alla Rybarikova, spazzata via senza troppe cerimonie con doppio 6-1. La chiave di volta del match nel quinto game del primo set: Kvitova, già sotto per 4-1, scappa via nel suo turno di battuta, vola sul 40-0 ma si fa raggiungere dall'avversaria. Ne nasce un'avvincente battaglia di oltre sette minuti, al termine del quale la ceca evita di subire l'1-5 e, inconsapevolmente, mette il primo mattoncino della sua incredibile impresa.
É quello il momento in cui nella testa della ceca scatta il clic giusto, mentre qualche tarlo comincia a insinuarsi nella mente di Muguruza: la ragazza che fino a pochi minuti prima sembrava marciare spedita verso i quarti di finale contro Venus Williams, improvvisamente comincia a perdere certezze e con essa lucidità e colpi che le avevano permesso di squassare il fortino ceco. Da quel momento in poi, inizia un'altra sceneggiatura. Il tie-break è soluzione buona e giusta per il primo set, ma è soprattuto un monologo di Kvitova, che chiude il conto sul 7-3 e mette in cascina il macinato.
Colpita duramente, Muguruza barcolla ma prova rimane a galla: il break conquistato in apertura di secondo set è ossigeno puro tanto quanto però fatuo. L'immediato contro break della ceca è il segnale inequivocabile che il vento ora spira in maniera drammaticamente contraria sul cammino di Garbiñe ed è dolce brezza a spingere Petra. Nel quarto game arriva il break decisivo, nel nono il sigillo - non senza qualche patema, più per demeriti della stessa Kvitova che non per effettivi meriti della Muguruza - alla seconda occasione utile. Gioia per gli occhi di Kvitova la visione della pallina spagnola che si spegne oltre la linea di fondo, musica dolcissima quel «Game, set and match». Ai quarti trova ad attenderla Venus Williams, per regalarsi un altro pezzetto di sogno dopo aver rischiato di chiudere per sempre con il tennis.