Il tennis italiano si risveglia con un'amara sorpresa: Sara Errani, attuale numero 98 del ranking e WTA è risultata positiva (o, più esattamente "non negativa") a un controllo anti-doping effettuato a inizio anno.
La sostanza incriminata (arimidiex) è nota commercialmente con il nome di anastrozolo, ed è di solito utilizzato per i carcinomi mammari in post-menopausa. Il medico fa parte della famiglia degli steroidi anabolizzanti e come tale considerato doping, soprattutto, come nel caso della Errani, in assenza di esenzione a scopo medico e curativo.
Una brutta botta per il tennis azzurro, che però si schiera tutto dalla parte della romagnola, che ne gli anni passati ha dato tanto alla causa fra finali Slam (in singolare), vittorie in doppio assieme a Roberta Vinci - con cui ha centrato il Career Slam - e Fed Cup con il team Italia. La Federtennis non ha abbandonato la Errani, che nel frattempo ha già allertato un pool di avvocati ed esperti medici per provare a uscire al meglio da questa poco piacevole situazione, che potrebbe essersi generata a seguito di una contaminazione da integratori o da uno squilibrio metabolico.
La stessa Sara spiegherà nei prossimi giorni la sua versione dei fatti, in attesa di conoscere le eventuali conseguenze che questo pasticcio potrebbe avere sul futuro tennistico di una delle tenniste italiane più rappresentative degli ultimi anni.