Non solo Fognini. L'Italia della racchetta si aggrappa al talento di Camila Giorgi. La maceratese entra nella terza tornata del torneo londinese con enorme fiducia, un carico di motivazioni ingigantito dallo splendido percorso. Due successi pesanti, con Cornet - in rimonta - e Keys - dopo una partita a lungo perfetta, macchiata da qualche indecisione nel corso del secondo parziale. Occorre riavvolgere il nastro e ripartire proprio dal confronto con l'americana. Camila si presenta a servire nel secondo set per chiudere il discorso, ma perde le coordinate della battuta, poi non sfrutta reiterate opportunità nel prolungamento. Il contraccolpo non piega il braccio della tennista italiana, emerge anzi un'altra Giorgi. Accetta le difficoltà, accorcia il suo raggio d'azione, riflette e sfrutta le carenze della Keys. Terzo parziale di stampo tricolore, un dominio oltre le previsioni. Una Giorgi in controllo può definitivamente spiccare il volo, chiudere il cerchio dopo anni di promesse, tennistiche, non mantenute. Il potenziale è da top ten, il carattere d'acciaio, occorre rifinire l'interpretazione della partita, risolvere i naturali momenti di vuoto. 

La sfida con la Ostapenko - terzo match sul campo n.2 - è aperta. La lettone, classe 97, viene dal successo parigino, primo slam di carriera, favorito da una forza d'animo con pochi eguali e da un momento d'incertezza che da diversi mesi contagia il circuito femminile. Il passaggio dalla terra all'erba limita la Ostapenko, che ancora deve progredire in modo sensibile su questa superficie. Arriva al terzo turno dopo due battaglie, con Sasnovich e soprattutto Abanda. Un set sotto al secondo incontro, il rifugio nel tie-break e l'assolo al terzo. Due sole apparizioni ai Championships, una vittoria nel 2015, eliminazione al via lo scorso anno. Rispetto alla Keys, maggior propensione allo scambio, alla lotta serrata da fondo. Fondamentale, per Camila, giocare ancora una volta sull'uno-due, servizio e chiusura, presa del campo e del predominio psicologico della partita. 

Esiste un unico precedente. Nel 2016, a Katowice, 64 63 per la Giorgi, a testimoniare la confidenza della prima con un terreno veloce, con una superficie in grado di esaltare la potenza delle sue soluzioni. Nel 2012, Giorgi al quarto turno, cinque anni dopo la replica? Un muro lettone da incrinare, prima dell'apoteosi azzurra.