Dopo un digiuno che durava da ormai 3 prove dello Slam, Serena Williams torna al successo a Wimbledon. E dove se non sui campi che più di tutti hanno consacrato il suo talento e lo hanno iscritto di diritto nella leggenda di questo sport? Onore e applausi meritati anche per la sconfitta, quella Angelique Kerber che quest'anno in finale agli Australian Open le aveva inflitto una sconfitta inaspettata quanto difficile da digerire, costringendo Serena a rimandare ad oggi l'appuntamento con la storia: con questo trionfo sui campi dell'All England Club (il settimo della sua carriera), la più giovane delle sorellone Williams raggiunge niente di meno che Steffi Graf a quota 22 tornei dello Slam vinti, con tutte le intenzioni, all'alba dei 35 anni, di tentare anche il sorpasso e di puntare ai 24 di Margaret Court.
Fin dai primi scambi si capisce come Serena oggi abbia chiaro in mente cosa fare, cioè aggredire la sua avversaria da fondo e rimanere concentrata su ogni singolo punto del match, cacciando qua e là dei "come on" pieni di grinta e di voglia di tornare al successo. Ma attenzione perchè Kerber, che da lunedì sarà nuovamente numero due al mondo, non ha proprio intenzione di fare la vittima sacrificale della giornata, e lo dimostra subito nel secondo gioco quando va in crisi nel proprio turno di servizio ma reagisce da campionessa, annullando ben tre palle break che forse avrebbero offerto tutta un'altra partita. Game dopo game l'incontro sale di livello da un punto di vista tecnico, con pochissimi errori non forzati e tante belle soluzioni vincenti da ambo le parti. Il settimo gioco è in assoluto il più bello: Serena vince a rete lo scambio più lungo del match procurandosi due palle game, ma Kerber rimonta grazie anche ad uno splendido dritto vincente lungolinea, ai vantaggi la numero uno al mondo prima cala un gran servizio sulla riga e poi uncina un rovescio che diventa imprendibile per la tedesca. Il dodicesimo gioco diventa decisivo, con Kerber che è costretta stavolta a cedere sotto i ripetuti colpi vincenti di Serena che chiude così il primo parziale con il punteggio di 7-5.
Nel secondo set il livello delle due giocatrice sale ancora. Serena, forte del vantaggio ottenuto, gioca più libera e dimostra anche un'ottima condizione atletica mentre Kerber, con le spalle al muro, decide di buttare il cuore oltre l'ostacolo, come nel quarto gioco quando, sotto 0-30 al servizio, vince un grandissimo punto al termine di uno scambio giocato sempre in difesa e riesce a rimontare fissando il punteggio sul 2-2. L'americana però non fa una piega, ribattendo colpo su colpo i tentativi della tedesca di forzare il match al terzo e nel settimo gioco, quando si trova costretta a fronteggiare la prima e unica palla break concessa dell'intero match, l'annulla alla sua maniera, ossia con un ace, e vince un gioco fondamentale che la porta avanti 4-3. Nel turno di battuta successivo, infatti, Kerber va di nuovo in difficoltà, nonostante il vantaggio di 40-15, sotto i colpi potenti e precisi della sua avversaria che la rimonta e le strappa il servizio ai vantaggi (sfruttando un errore di dritto della tedesca sulla palla break). Break che di fatto sancisce la fine del match, visto che la Williams non batte ciglio quando si trova a servire per il suo settimo trionfo a Wimbledon, chiudendo addirittura a zero, quasi in lacrime, ma soprattutto con uno stupendo abbraccio a rete alla sua rivale odierna, dopo un'ora e ventuno minuti di gioco.