Apre Simone Bolelli, di fronte il n.1 kazako, Kukushkin. Sul cemento di Astana, Kazakistan, l'Italia di Davis affronta il primo turno del World Group, con un ritrovato ottimismo, figlio dei segnali che la racchetta azzurra lancia da mesi con sorprendente continuità. Il settore maschile, a lungo soggiogato dalle imprese in gonnella, rialza la testa, a suon di colpi. Mettiamo in carniere lo Slam d'Australia, firmato Bolelli - Fognini, chiudiamo la porta a Federer, col passante da antologia di Seppi, stronchiamo Nadal, sulla terra di Rio, nel giorno della pazzia positiva di Fognini. Nel mezzo la storia di Luca Vanni, una pagina di sport.
Bolelli, il talento di nuovo grande alla soglia dei 30 anni. Mai come ora convinto, mai come ora in grado di tracciare una linea e trainare un movimento. Barazzutti scommette su Bolelli, recentemente vittorioso a Marsiglia con Raonic, e affida a lui il secondo posto in singolare, retrocendo Fognini, sulla carta il miglior azzurro. Una scelta nel segno della continuità, un premio al lavoro e all'impegno, una presa di coscienza del passo in avanti nella scacchiera dei grandi.
Simone Bolelli si presenta con i favori del pronostico contro Kukushkin, a seguire Seppi con Golubev, prima del doppio di sabato, Fognini e Bolelli opposti a Golubev e Nedovyesov. I numeri dicono Italia, la storia anche. L'insidia è rappresentata dalla superficie, non l'amata terra, ma il cemento, rapido, duro, indoor. Il Kazakistan non ha stelle di prima grandezza, ma in Davis è mina vagante, chiedere alla Svizzera, a un passo dal flop. Importante partire bene, non cedere alla pressione, ecco perché Bolelli e non Fognini, oggi.
"Io non ho paura, sono pronto", parola di Bolelli, il condottiero.