Il risveglio di Serena. Nell'ultimo appuntamento Major della stagione, Serena Williams coglie il suo primo successo Slam nel 2014. Una stagione deludente, salvata a pochi chilometri dal traguardo, perché negli Slam nel 2014 non era mai andata oltre gli ottavi di finale. Semplicemente perché è la più forte, e quando sta bene non esiste Wozniacki che possa fermarla. Anche in finale è pura accademia, 6-3, 6-3. Nessuna avversaria in tutto il torneo è riuscita a strappare più di tre game per set, e in finale Serena ha mantenuto la media pareggiando il record di game persi del 2012, solo 32. Townsend, King, Lepchenko, Kanepi, Pennetta e Makarova, un percorso netto e praticamente senza ostacoli. Statistiche impressionanti per Serenona, 116 game giocati nel torneo, 84 vinti e 32 persi, 14 set vinti e nemmeno uno perso, 7 ore e 49 minuti totali in campo, una media di un'ora e sette minuti per match. Con questo successo in casa, la bacheca si arricchisce del 18esimo titolo Slam, permettendo alla Williams di raggiungere leggende come Chris Evert e Martina Navratilova in questa speciale classifica. Cincinnati non era un caso, Serena stava bene e a Flushing Meadows ha vinto fin dal primo turno. Nessun calo di concentrazione, nessun problema fisico. Equazione semplice, l'Us Open è meritatamento suo per la sesta volta, e anche l'Us Open Series. Poco importa se Caroline Wozniacki non ha ripetuto in finale il bel tennis aggressivo che l'ha portata fino a lì. Giocava contro un'amica, una vera amica. Tant'è che la partenza è stata difficile per entrambe, condita da break e controbreak. Se non entra la prima, questa Williams ti salta in testa, quindi la pressione ti porta a sbagliare anche la prima.
Quantomeno Caroline, rinfrancata dalla rottura con McIlroy rientrerà nel lotto delle prime dieci dopo essere scivolata al 18esimo posto. Sognando di vincere finalmente uno Slam.