Lo scorso anno Roger Federer lasciò stanco, svuotato, dopo una sconfitta in tre set patita per mano di Tommy Robredo. Era allora in ottavi e la caduta, seppur seguente a una stagione in ombra, stupì, perché Roger aveva proposto fino a quel momento un tennis piacevole. La partita con Monfils ricalca per due set e oltre uno spartito simile, in cui a prendere il sopravvento è l'istrionico francese, capace di numeri inspiegabili e esultanze folli. Il pubblico, ai piedi di Federer, non può non amare il pazzo Gael, che rischia già in apertura col servizio, prima di strappare, a ripetizione, la battuta al campione svizzero. Quando anche il secondo set se ne va, con Federer "rotto" in apertura, sembra scappata via l'occasione di una vita, la chance per aggiornare il libro dei record e tornare, qui all'Us Open, in semifinale (l'ultima volta nel 2011).
Difficile ipotizzare un ritorno da 0-2, per un trentatreenne ormai alla seconda settimana di un torneo estenuante come il chiassoso Slam americano. Eppure è Federer. E per la nona volta in carriera cancella il destino per scrivere di suo pugno un libro nuovo. Si accorge Federer di giocare colpi accomodanti per Monfils, muro rimbalzante che non conosce fatica. L'unica via è riportare in campo la sua versione 2014, quella d'attaccante puro, continuo. Al termine saranno 74 le discese a rete dell'elvetico, un'enormità nel tennis del nuovo millennio. In apertura di terzo trova finalmente un allungo. Cerca la scossa, ma Monfils è aggrappato coi denti all'impresa di una vita. Il 6-4 Federer porta al quarto e decisivo set. Roger sprinta, sale 2-1 e pare padrone della partita, ma si inceppa, perde il controllo del dritto e sotto 4-5 si ritrova a un passo dal baratro. Due volte la scritta "match point" compare al fianco del nome di Gael. Qui emerge la grandezza di Federer. Solo i più grandi portano dentro l'innata capacità di elevare il livello del gioco, quando a disposizione resta un sol colpo, quando una pallina separa il successo dal mesto addio. Quattro punti consecutivi scuotono Flushing Meadows che si apre in un boato di liberazione. Il campione più amato è ancora in partita.
La botta psicologica travolge Monfils, le forze si moltiplicano in Federer. Con in bacheca il quarto parziale, 7-5, le forze di Federer si moltiplicano, le idee di Monfils si annebbiano, il peso del tempo si fa pesante, mentre l'eternità tennistica respinge le ore di gioco e bella, quasi surreale, si eleva sulla sfida. Meno di trenta minuti, per un finale scritto già diversi giochi prima. 6-2 Federer, nuovamente tra i migliori quattro, qui all'Us Open, aspettando Cilic.
Federer - Monfils 4-6 3-6 6-4 7-5 6-2