Psicodramma sulla Rod Laver Arena tra Flavia Pennetta e Angelique Kerber: quello che sembrava un match inesistente per l’evidente disequilibrio tra le due giocatrici nel primo set si è lentamente trasformato in un’idra a 1000 teste, per ogni break ottenuto ne spuntavano altri 3.
Primo parziale spaziale, giocato dall’azzurra, probabilmente il suo miglior parziale di sempre: dopo un’iniziale scambio di cortesie la tedesca tenta subito il primo suicidio e sullo 0-40 si butta in un’improbabile smorzata alla quale Flavia risponde cinicamente, ottenendo il primo break del match e sprintando verso il risultato utile. Gioco ultraggressivo e vincenti stratosferici da ogni angolo del campo, un rendimento da Top10 e oltre se non si conoscesse la classifica reale della brindisina.
Qui iniziano i “rovesci” del match: per quanto si potesse ipotizzare un calo psicofisico come si era visto nel turno precedente contro Mona Barthel, stavolta è la Kerber ad avere una reazione spontanea e ad alzare il ritmo; se c’è una cosa che la tedesca sa fare è “soffrire”, trovare un qualsiasi modo per rimanere in partita, difendere ma allo stesso tempo aspettare l’avversaria al varco per lasciare andare un ottimo vincente; cambiare opportunamente ritmo, alzando la traiettoria per un attimo e dare l’accelerata finale immediatamente dopo. Piccolo problema però: il suo servizio ha delle percentuali molto simili a quelle di una ragazza di 4 categoria alta e questo, come si è visto in passato e come è stato confermato stanotte, paga non poco. Pennetta però non ne approfitta come dovrebbe e il secondo parziale le scivola dalle mani nel nono game: vedendo la palla tornarle sempre puntualmente indietro, la sua lucidità cala e per contro aumenta la frettolosità..dei suoi colpi, ma non dei suoi piedi che si amalgamano col cemento della Rod Laver Arena. La Kerber ringrazia sentitamente e chiude il set.
L’idra ora è un groviglio di teste e una di queste è quella di Flavia che tra caldo ed equilibrio psicologico precario non sembra capirci molto: tenta di ritrovare l’aggressività dei primi giochi ma non essendo più supportata dalla lucidità si deve forzatamente affidare ai suoi sensi momentaneamente storditi che le fanno commettere degli errori veramente grossolani, come ad esempio, uno schiaffo al volo a porta vuota affossato sul primo quadratino della rete che le costa il break del 1-2. La partita però continua a girare e nonostante la Kerber le offra l’opportunità di portarsi avanti sul 5-3 sul suo servizio con palle nuove, Flavia tentenna e la teutonica si riprende quello che aveva regalato, 5-5. Poi però improvvisamente ci ripensa e con 2 errori clamorosi depone finalmente le armi.
Quanta fatica ma quanta soddisfazione per la nostra Flavia Pennetta, che a 32 anni, quando soli pochi mesi fa il sostantivo più associato al suo nome era “ritiro”, conquista per la prima volta in carriera un quarto di finale all’Australian Open e si avvicina a grandissimi passi verso la Top20.