Poche volte nella lunga storia di Wimbledon era sembrato più facile pronosticare un vincitore di quanto appariva una scommessa sicura, quella su Serena Williams vincitrice del singolare femminile di questa edizione. Alla vigilia i bookmakers avevano fissato in 2/5 la quota relativa. Giocando 100 dollari su Serenona se ne incassavano 40: sembrava un buon affare, ma forse non era la giornata giusta e nemmeno il torneo giusto.
Come si era già intuito fin dalla prima giornata questa edizione di Wimbledon sta perdendo in quantità importante molti dei suoi favoriti al punto che al traguardo della seconda settimana sono giunte soltanto sei delle prime sedici teste di serie nei due tabelloni principali. Hanno già perso tre delle prime cinque giocatrici (Azarenka n. 2, Sharapova n. 3 ed Errani n. 5) e due dei primi cinque giocatori (Federer n. 3 e Nadal n. 5), una caduta di teste coronate che non ha precedenti dai tempi della rivoluzione francese.
Serena ha perduto piuttosto rapidamente il primo set ma poi ha dominato il secondo dando l’impressione di non avere problemi. Tuttavia la Lisicki ha dimostrato di avere il gioco (in particolare il servizio) per giocare bene sull’erba, come del resto confermano i suoi risultati in questo torneo, dove aveva conquistato due quarti di finale ed una semifinale.
Per quanto ci riguarda non abbiamo fatto in tempo a festeggiare la presenza di quattro italiani (tre donne ed un uomo) nella seconda settimana che immediatamente le nostre ambizioni sono state ridimensionate. Infatti se era azzardato sperare che Roberta Vinci potesse rovesciare il pronostico contro la cinese Li Na, era legittimo nutrire qualche speranza nella resurrezione di Flavia Pennetta, che solo qualche anno fa sarebbe stata nettamente favorita sull’ex riserva della nazionale belga di Fed Cup, Kirsten Flipkens. Purtroppo i progressi della belga, che è numero 20 nella classifica del computer, sono stati più significativi della flessione della Pennetta. Comunque la partita non era impossibile, se si ricorda che la Pennetta è stata in vantaggio per 5 a 3 ed ha servito due volte per il primo set, ma ha ceduto nettamente nel secondo.
Niente da fare per Karin Knapp perché la francese Bartoli è una giocatrice che regala poco. Per evitare di chiudere la giornata con un bilancio di 4 sconfitte in 4 incontri c’era rimasto il solo Seppi. Voci di spogliatoio che riferivano di un problema di Del Potro ad una caviglia venivano subito smentite dal comportamento del giocatore argentino che in tutto l’incontro ha concesso solo due palle break, annullandole con disinvoltura.
Probabilmente novità più interessante del torneo è il polacco Jerzy Janowicz, classe 1990 e con poca esperienza nei grandi tornei. E’ in una buona zona del tabellone e se battesse il connazionale Kubot che ricordo nostro avversario in Coppa Davis a Livorno qualche anno fa raggiungerebbe la semifinale. La Polonia non ha una grande tradizione tennistica; il suo miglior giocatore è stato Wojtek Fibak, un ottimo doppista che anni fa battendo Barazzutti vinse a Milano il trofeo Bonfiglio. Fibak aveva raggiunto i quarti di finale a Wimbledon nel 1980.