Respinto il minaccioso attacco della pioggia gli Internazionali si sono rimessi in marcia con una temperatura più mite ma con tribune meno piene di quanto l’alta qualità dello spettacolo meritava e poteva pretendere.

Gli organizzatori sono prodighi di informazioni sulle presenze degli spettatori e sulle percentuali degli  ascolti televisivi ma il colpo d’occhio non è quello delle giornate più felici di un torneo che comunque quest’anno ha presentato il miglior campo di partecipazione possibile, talmente ricco da potersi permettere anche la perdita di qualche protagonista di valore. Dopo Andy Murray, tradito dalla schiena e costretto ad abbandonare, ha lasciato il torneo l’argentino Del Potro, che non ha ancora deciso se vuole davvero diventare un campione.  Accanto a momenti di gran gioco, come quello che gli ha consentito di vincere a sorpresa qualche anno fa l’Open degli Stati Uniti, ha alternato prestazioni sconcertanti  come quella che gli è costata ieri l’eliminazione da parte del francese Benoit Paire. Qui però le responsasbilità di Del Potro sono relative perché Paire ha probabilmente giocato la migliore partita della sua carriera.

Le nostre giocatrici ci hanno abituato talmente bene che quando una, com’è successo a Roberta Vinci, perde a sorpresa contro una giovane d’avvenire come la romena Simona Halep (classe 1991) si tende a parlare di delusione dimenticando i progressi delle loro avversarie.  

Qualche anno fa avrei scommesso sul futuro da campione del lettone Ernests Gulbis che da solo aveva quasi battuto la nostra squadra di Davis a Montecatini. Ricordo anche due set da campione giocati dallo stesso Gulbis a Winbledon contro Nadal. Si diceva allora che questo Gulbis era nato troppo ricco per dedicarsi al tennis ed in realtà era difficile capire come uno con il suo talento fosse quasi finito fuori dai primi cento. Pare che ora si sia messo a giocare e ad allenarsi come si deve ed i risultati si vedono anche se non sempre riesce a gradurre il suo gioco in risultati. Rafael Nadal non è certamente al meglio della condizione ma per batterlo non basta giocare meglio di lui e Gulbis dopo aver dominato il primo set ed aver giocato alla pari il secondo ed il terzo ha dovuto arrendersi.