Fa male  perdere per 15-13 al quinto set un incontro decisivo di Coppa Davis, come alla fine si è rivelato il doppio in cui gli azzurri non sono riusciti a rimontare uno svantaggio di due set contro una formazione tutt’altro che irresistibile, come lo sono quasi tutte quelle che il circuito professionistico consegna ad una specialità alla quale i giocatori più forti dedicano poca attenzione e limitate energie.

Non era stato difficile prevedere che il destino di  questo quarto di finale sarebbe stato determinato proprio dal doppio ed alla fine è stato giusto che lo abbiano vinto i canadesi, che hanno potuto mandare in campo uno specialista come  Daniel Nestor che, senza essere un campione, da undici anni dedicandosi  esclusivamente al doppio ha guadagnato più di dieci milioni di dollari e si è classificato tre volte primo con due partners diversi nella speciale classifica del computer.

Il fuso orario ha obbligato i giornali italiani a seguire con un giorno di ritardo le vicende canadesi.  In questo senso è stato meritevole lo sforzo di Supertennis,il canale della Fit, che ha trasmesso in diretta gli incontri di Vancouver. Al riguardo i bravi ed appassionati commentatori mi consentano un’amichevole osservazione. In una partita che finisce per 15-13 al quinto non sempre chi perde avrebbe meritato di vincere pur essendoci andato molto vicino.

Alla prova del campo, Daniele Bracciali ha dimostrato di avere diritto ad un posto di titolare nel doppio azzurro. Inoltre il capitano Barazzutti dovrà spiegare al tesoriere della Fit  perché Simone Bolelli è stato mandato in Canada anche se non era in grado di giocare. Però poiché abbiamo una Federazione ricca si tratta di un peccato veniale.

Per quanto riguarda il comportamento dei giocatori mi pare che la squadra meriti la sufficienza.  Il Canada non  ha una grande  tradizione tennistica ma concede facilmente la propria cittadinanza tuttavia mentre il loro passaporto è dubbio, non lo sono le  loro date di nascita che ci garantiscono una nazionale molto giovane (Raonic e Pospisil sono nati nel 1990).

Non mi risulta che le condizioni ambientali siano state particolarmente difficili. La superficie era piuttosto rapida ma questo era scontato. Complessivamente possiamo dire di avere avuto un buon sorteggio.  Putroppo non abbiamo un gran doppio ma questo lo sapevamo. A conti fatti con questa  squadra  sarà difficile essere protagonisti ma dovremo essere in grado di mantenere la categoria ed il rango che abbiamo recuperato dopo undici anni di esilio.

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