Voto 10 - Lewis Hamilton - Ritmo, concentrazione, manico, forza. Potrà stare antipatico, ma oggi in pista non c'è nessun altro che si avvicini a lui. Poteva stare tranquillo, godersi il secondo posto e guadagnare ancora su Bottas: invece attacca Verstappen, tenta un sorpasso impossibile in curva 4, poi chiede al muretto di inventarsi qualcosa e divora oltre un secondo al giro all'olandese. Ha una fame di vittoria che non si placa mai, come l'ossessione di dimostrare di essere sempre il più forte. Per dire che i suoi successi siano dovuti solo (o in gran parte) alla macchina a questo punto bisogna avere due grosse fette di Rovagnati davanti agli occhi.

Voto 9 - Max Verstappen - Ci ha provato in tutti i modi Max, difendendosi, spingendo a tutta, persino elemosinando DRS dai doppiati. Ha retto 67 giri, e se il muretto avesse risposto al secondo pit Mercedes se la sarebbe giocata fino alla fine. La delusione è tanta, ma l'olandese ha corso un weekend da campione: resta la prima pole in carriera e una gara di altissimo livello, di più non poteva fare.

Voto 8 - Carlos Sainz - Per spiegare il voto basterebbe dire che è a soli 5 punti da Gasly in classifica, con decine di punti su tutti gli altri contendenti al posto di primo degli umani. Anche stavolta un weekend solido e costante per lo spagnolo, dal quale si aspettava da anni il salto di qualità. Il salto è arrivato, e vista l'aria che tira in Red Bull lasciarlo andare è stato l'ennesimo errore di valutazione della scuderia austriaca. Voto 8 anche a Kimi Raikkonen, che ormai riuscirebbe a fare punti anche guidando un carrello della spesa, e per non farsi mancare nulla ha pure sbattuto la porta in faccia a Bottas. 

Voto 7 - Sebastian Vettel e Charles Leclerc - Uno di quei casi dove bisogna nettamente separare il giudizio sui piloti da quello sulla macchina. Seb e Charles hanno ottenuto il massimo risultato possibile in un circuito dove solo nel terzo settore la SF90 perdeva mezzo secondo al giro. Al di là degli errori, dovuti anche alla necessità di spingere oltre il limite una vettura non competitiva, i due piloti Ferrari stanno facendo i salti mortali per rendere dignitosa una stagione che rischia di diventare un fallimento. E Vettel sembra aver ritrovato anche la testa. 

Voto 6 - Lando Norris - Ancora una volta a punti, e anche grazie a lui la McLaren consolida il quarto posto nel mondiale costruttori. Certamente deve ancora colmare il gap (soprattutto di esperienza) con Sainz, che ha il doppio dei suoi punti, ma intanto Lando e sempre lì e quando può inventarsi qualcosa non ci pensa due volte.

Voto 5 - Valtteri Bottas - Il voto è forse meno basso di quanto avrebbe meritato, ma gli riconosciamo l'attenuante del muso danneggiato. Certo è che se guidi un razzo su 4 ruote e passi metà gara dietro la Renault del povero Ricciardo, qualche problema c'è. Due gare fa Toto Wolff lo aveva praticamente dato per confermato nel 2020, adesso va in giro a dire che deve scegliere tra lui e Ocon: ça va sans dire...

Voto 4 - Team Haas - Almeno negli scorsi GP se le davano di santa ragione. In Ungheria non c'è stato nulla per cui lottare, Grosjean non ha nemmeno finito la gara mentre Magnussen è stato sempre lontanissimo dalla zona punti. Lo sviluppo della vettura è stato praticamente inesistente, tant'è che gli ultimi punti li hanno fatti usando la configurazione della prima gara.

Voto 3 - Ferrari - Non c'è altro da dire, anche a costo di sembrare catastrofici: se prendi oltre un minuto non solo dalla Mercedes ma pure dalla Red Bull, la parola giusta è fallimento. Specchio fedele della situazione è l'atteggiamento di Binotto nel pre e post-gara, a metà tra l'imbarazzato e il rassegnato.

Voto 2 - Pierre Gasly - Il compagno di squadra fa la pole, resta davanti 67 giri e doppia praticamente tutti. Lui dopo una partenza oscena si ritrova nono, fatica a risalire posizione e chiude addirittura dietro Sainz, che al prossimo passo falso potrebbe addirittura superarlo in classifica. Va bene la pressione, va bene la vettura disegnata su misura per Verstappen, ma finire dietro anche a team che non siano Ferrari e Mercedes vuol dire non riuscire nemmeno a fare il minimo sindacale.

Voto 1 - Renault - La frustrazione di Ricciardo, uno che troverebbe il modo di ridere pure a un funerale, spiega perfettamente la situazione. Abiteboul e compagnia brancolano nel buio, e l'infantile idea di incolpare i piloti di certo non aiuterà la scuderia francese ad uscire dal tunnel.