Questa volta la bandiera nera l’ha fissata in maniera permanente sul suolo austriaco, caldissimo come il martello della sua Ducati. Jorge Lorenzo vince il Gran Premio d’Austria al termine di un duello mozzafiato contro Marquez, colui che sarà il suo compagno di squadra a partire dalla prossima stagione. Una vittoria famelica, da fuoriclasse della MotoGP e che, in qualche modo, permette al pilota spagnolo di cancellare quelle voci che lo etichettavano come uno di quelli non adatto al “corpo a corpo”.

L’ex pilota della Yamaha centra la sua terza vittoria stagione, dopo i due successi consecutivi al Mugello e a Barcellona, portandosi in terza posizione nella classifica Mondiale a soli 12 punti da Valentino Rossi. Un Lorenzo completamente diverso ma, allo stesso tempo perfetto nel suo classico stile di guida ordinato. Famelico nell'attaccare Marquez e rispondere agli attacchi del campione del mondo in carica. Un mese di vita perso, come sottolineano le parole del pilota spagnolo: "A due giri dalla fine ho lasciato passare Marc per rilassarmi un po' e poi spingere nell'ultimo giro. Sapevo che nella salita che va alla curva 9 avevo un vantaggio di due o tre decimi nei suoi confronti e io pensavo di attaccare lì. Marc invece era molto forte alla staccata della curva 3 e mi attaccava sempre lì. All'ultimo giro forse pensava che io fossi molto più vicino a lui ed ha frenato molto la moto, pensando che io dovessi chiudere il gas, invece mi ha lasciato spazio all'esterno e sono riuscito a rimettermi davanti in accelerazione. A quel punto ho spinto al massimo fino alla fine, staccando molto forte e mantenendo la posizione".

Negli ultimi giri abbiamo assistito ad un duello tra giganti, di piloti che non si sono risparmiati e che hanno completamente dimenticato la vita delle loro gomme. Già, le gomme: una scelta precisa e riuscita quello di Lorenzo che è riuscito ad evitare il calo della gomma morbida attraverso una pulizia di guida che solo i più grandi hanno. Lo spagnolo è riuscito a contenere la fuga di Marquez, poi ha cominciato a costruire la vittoria a dieci tornare dalla conclusione. Terza vittoria e qualche rimpianto per lo stesso pilota e per la Ducati per un feeling che è sbocciato troppo tardi:  "Una delle cose più difficile per uno sportivo è reinventarsi e cambiare il suo modo di fare le cose. Con la Ducati sono stato praticamente obbligato a farlo, cambiando molto il mio stile di guida. Quando molti non ci credevano più, ci sono riuscito e penso che alla fine questo matrimonio sarà ricordato come un qualcosa di positivo, soprattutto nel secondo anno, perché entrambi ci siamo portati delle cose positive per il futuro", spiega il maiorchino. 

La prossima stagione il duello tra i due funamboli spagnoli sarà ad armi pari e Lorenzo non vede l’ora di puntare al sesto titolo in carriera con la casa giapponese: "L'anno prossimo Marquez partirà con un grande vantaggio, perché ha 6-7 anni di esperienza sulla moto e l'anno scorso Dovi è stato più forte di me sulla Ducati per lo stesso motivo. Quando poi capisci la moto, alla fine un pilota forte resta un pilota forte".