Meno di un mese fa, Jean Alesi e Matteo Bobbi annunciavano al mondo la nascita della Jean Alesi eSports Academy, una nuova struttura dedicata al Sim-Racing, nata in collaborazione con partner di grande esperienza come la Compact, azienda dell'amico e manager di Alesi, Mario Miyakawa. L'obiettivo principale dell'Accademy è e sarà quello di trovare e formare nuovi talenti, con lo scopo di far sfruttare ai giovani il massimo del loro potenziale. 

Prove e gare ai simulatori, ma anche in pista, con due piloti d'eccezione come l'ex Ferrari e il due volte iridato GT, che guideranno i giovani talenti nel loro percorso di crescita. Curiosi di saperne di più, ci siamo avvicinati allo Stand allestito dalla Accademy durante gli Historic Minardi Day di inizio Maggio e abbiamo incontrato proprio Matteo Bobbi, che ci ha parlato dell'Accademy, ma anche della sua esperienza da pilota e delle sua nuova carriera come commentatore tecnico su Sky Sport F1, dove si occupa delle analisi delle situazioni di gara più particolari. 

 

Ciao Matteo, grazie per essere qui con noi. Pochi giorni fa, tu e Jean Alesi avete presentato questo nuovo progetto della "Jean Alesi eSports Accademy". Com'è nata l'idea e cosa ne pensate? 
Il progetto è nato lo scorso anno, intorno a Novembre, dopo le finali mondiali di E-Sports che si sono svolte ad Abu Dhabi e lì abbiamo capito che c'è del potenziale in questo mondo e abbiamo iniziato a pensare a come entrare e cosa fare per questo mondo in sviluppo. Dunque, con Jean, con cui sono amico di lunga data, e con la Compact, che è l'agenzia con oltre trent'anni di vita gestita da Mario Miyakawa e dai suoi figli Matteo e Francesco, abbiamo sviluppato insieme questa idea e abbiamo deciso di creare questa accademy, al fine di aiutare i giovani gamers, per migliorarsi e per offrire ai migliori anche delle esperienze in pista, per passare dal virtuale al reale. In seguito ci saranno anche delle altre iniziative che noi conosciamo già, ma per voi è ancora tutto da scoprire. Vogliamo che questo diventi un percorso, step-by-step. 

Passiamo alla tua carriera, però, perchè sei stato uno dei piloti più forti tra le vetture GT, dove sei riuscito a portarti a casa due titoli. Cosa ricordi di quegli anni?
Sono stati begli anni, ho avuto la fortuna di vivere il mondo GT, secondo me, al massimo splendore, anni in cui erano coinvolte in maniera diretta grandi case, come Ferrari, Maserati, Porsche, Lamborghini, tutte in forma ufficiale e la competizione era estremamente alta. Begli anni, bei momenti, belle vittorie, per cui fa parte della mia memoria, in una parte piena di felicità. 


In più, oltre alle GT, sei riuscito a metterti in luce anche tra le monoposto a ruote scoperte, tant'è che sei riuscito ad arrivare anche nel circus della F1. Com'è sei arrivato e com'è stata per te quell'esperienza?
Si tratta del biennio 2002-2003, un risultato ottenuto grazie a Giancarlo Minardi e ai buoni risultati che stavo ottenendo in quegli anni in Formula Nissan, che era la categorica da cui proveniva Fernando Alonso. Ho avuto questa possibilità ed è stato fantastico viverla. A quei tempi, poi, i test erano liberi e non come ora, per cui avevamo la possibilità di provare parecchie volte, in molte giornate, su tanti circuiti, sia internazionali che in Italia, per cui è stato un bagaglio di esperienza fantastico e un momento incredibile. Non si è concretizzata, per poco, la possibilità di diventare pilota titolare, ma l'esser stato terzo pilota è comunque un ricordo molto positivo.

E ora sei arrivato in Sky, dove ci intrattieni con le tue analisi, raccontaci un po' della tua esperienza?
Noi siamo dei talent, non dei giornalisti, come anche Davide Valsecchi e Marc Genè. Noi andiamo ad analizzare quello che magari riusciamo a capire maggiormente delle situazioni che abbiamo vissuto in prima persona, cercando di spiegarlo in parole più comprensibili a chi sta a casa e magari non capisce i termini tecnici, specifici. È bello, mi piace, è qualcosa di fantastico. In Sky, prima di tutto, son degli amici, delle persone che fanno davvero bene il loro lavoro. Quasi 8 ore di dirette al giorno, tra pre e post-gare, analisi, interviste e collegamenti nei box. 


Siamo ad Imola, per gli Historic Minardi Day e quindi, ti chiedo un parere su questo evento?
Penso sia un'iniziativa davvero interessante, bello vedere tante facce conosciute, incontrare tanti amici e vedere tanti appassionati che vengono a godersi questi due giorni, a vedere macchine che hanno scritto la storia delle corse. Penso, dunque, che siano due giorni davvero bellissimi anche per gli appassionati, dato che nella F1 moderna un appassionato riesce a vivere poco il quotidiano, il paddock, mentre qui vivi ancora l'essenza pura, senti l'odore di benzina, l'odore delle gomme, quindi ritengo che, almeno personalmente, sia una "figata". In più è davvero bello vedere quanti amici ha ancora Giancarlo Minardi, segno che tutti gli vogliono ancora bene e che lui, anche, ha fatto tanto bene. 


Invece, nel tuo futuro e in quello dell'Accademy c'è qualcosa, hai qualche progetto?
Il futuro boh, non so. Ci son tante attività che stiamo portando avanti, a partire da questa Accademy, in cui credo molto, perché credo sia una bella novità che mancava, un bel progetto. In più, è bello farlo con persone super-competenti, nonché amici e questo dà un valore aggiunto alla cosa, per il resto, poi si vedrà.