Nella lotteria delle qualifiche a pochi passi dal casinò, la pole position del Gran Premio di Monaco se la prende Daniel Ricciardo. L'australiano porta a casa quella stessa prima casella che aveva conquistato due anni fa, prima di completare una gara deludente, confermando la superiorità della Red Bull già vista nelle tre sessioni di prove libere. Seconda posizione di Sebastian Vettel, il quale ha tentato il miracolo ma ha quantomeno ottenuto l'obiettivo minimo, ovvero restare davanti a Lewis Hamilton che partirà in terza posizione, in una seconda fila completata da Kimi Raikkonen. Il colpo di scena più grande arriva da Max Verstappen, che ancora una volta paga a caro prezzo il suo orgoglio e la sua giovane età: dopo l'incidente evitabilissimo poco prima della fine della FP3, il team non è riuscito a mettere nelle mani del pilota olandese una vettura in grado di disputare le qualifiche, tra l'altro con la sostituzione del cambio che porta ad una penalità di cinque posizioni. Penalità di fatto inutile, visto che in ogni caso Max partirà dal fondo dello schieramento.

Fioccano i tempi fin dai primi minuti, mentre sale la tensione per capire il destino di Verstappen. Tra un Vettel che inizia a dettare il passo, e un Hamilton che invece cerca di capire fin dove poter spingere la sua Mercedes, si mette subito in mezzo Sergio Perez, ma i botti arrivano poco dopo e li porta Daniel Ricciardo che chiude un buon tempo nonostante il traffico nel tratto finale. Non male le prestazioni di Alonso e soprattutto degli outsider Sirotkin e Leclerc, mentre fa ancora tantissima fatica Bottas. Prima manche a dir poco caotica e ricca di passione, sono l'intramontabile asturiano e il sorprendente russo su Williams che fanno dei tempi molto interessanti: a metà sessione ci sono addirittura 17 vetture racchiuse in un secondo e pochi millesimi! Poi Raikkonen rompe gli indugi, ma Ricciardo stampa il primo gran tempo del pomeriggio e se ne va. La vettura di Verstappen resta smontata, alle spalle del suo compagno di squadra risalgono Vettel e Hamilton, ma è inevitabilmente apertissima anche la lotta per passare il taglio: oltre a Max restano fuori Stroll, Magnussen, Ericsson e Hartley, che stamani era andato forte.

La seconda manche inizia con le due Mercedes mandate in pista con gomma ultra-soft, mentre nella qualifica "degli altri" continua a spiccare Alonso, subito battuto da un Perez in palla ma comunque davanti al compagno di squadra Vandoorne. Il tempone però lo stampa un Ricciardo clamoroso e capace di stracciare il record della pista, ma seguito a ruota da Vettel che dimostra di essersi messo in modalità da qualifica. La strategia per il momento non sembra pagare dividendi per Hamilton e Bottas, ai box vengono preparate le hyper-soft per entrambi mentre prova a salire di tono un Raikkonen che migliora ma rimane lontano. Intanto il tandem Mercedes si mette al sicuro dopo il cambio gomme e Raikkonen stampa un tempo super, mentre si accende la corsa per entrare nella Top Ten. Tutti raccolti in pochi decimi, ma alla fine a pagare sono Hulkenberg, Vandoorne, Sirotkin, il padrone di casa Leclerc e Grosjean, mentre volano come d'incanto le Force India e ottiene un'altra qualificazione in Q3 Gasly.

Ci si gioca la pole, tutto in 12 minuti. Il primo tempo lo stacca Sainz, il primo tempo di rilievo lo mette a segno Hamilton che si gioca la testa temporanea con Bottas e lo svernicia con ben tre decimi di vantaggio. Non si fanno attendere gli altri, in primis Ricciardo che continua a volare e scende per primo sotto il muro dell'1'10", mentre il tentativo iniziale di Raikkonen non è granchè. Manca all'appello solamente la Ferrari di Vettel che si mette ancora in scia al campione del mondo, a causa di un paio di sbavature da correggere. La caccia alla prima casella si trascina abbastanza lentamente fino agli ultimi due minuti prima della bandiera a scacchi, con tutte le vetture che tornano in pista. L'unico a migliorare di fatto è Vettel, il quale sfiora l'impresa ma deve accontentarsi della seconda posizione. Hamilton non riesce ad avvicinarsi, Raikkonen resta lì dov'è e Ricciardo può festeggiare.